Baccei come Bianchi | “Dall'Ars un brutto segnale” - Live Sicilia

Baccei come Bianchi | “Dall’Ars un brutto segnale”

Il responsabile all'Economia tira dritto dopo lo scivolone a Sala d'Ercole. Ma l'opposizione attacca: “Licenziato dalla sua maggioranza”.

PALERMO – La maggioranza di Crocetta minimizza. Parla di malintesi o di patti traditi, di bon ton istituzionale andato a gambe all’aria. Ma le casualità sono davvero troppe. Un anno e mezzo fa successe la stessa cosa. Esattamente la stessa. Il governo si riuniva in uno dei suo innumerevoli “vertici risolutori” a Palazzo d’Orleans. Nelle stesse ore, il mutuo richiesto, caldeggiato, spinto da un assessore romano veniva bocciato in Aula. Rispedito in commissione. Perché la maggioranza, in quel momento, in Aula non c’era.

Alessandro Baccei come Luca Bianchi. Romano uno (nonostante le sue origini toscane), romano l’altro. Bianchi aveva puntato sul cosiddetto “salvaimprese”. Di fatto, la prima puntata. Quello discusso oggi a Sala d’Ercole era invece il mutuo che avrebbe dovuto completare l’opera, condannando però i siciliani a trent’anni di tasse (Irpef e Irap) ai massimi livelli. Quasi un miliardo il primo, di oltre 1,7 miliardi il secondo. Mutui utili a pagare i debiti con le imprese. Soprattutto con quelli relativi al settore della Sanità. Un anno e mezzo fa, dopo il ko dell’Aula, che ricacciò il disegno di legge in commissione bilancio, Luca Bianchi si dimise.

“Non è un buon segnale”, dice oggi Baccei, che però minimizza. “Dal punto di vista dell’iter – spiega – non dovrebbe cambiare molto. E’ già prevista una seduta della commissione bilancio, dove il ddl dovrebbe già approdare. Spero che già in settimana possa essere esitato da Sala d’Ercole”. Minimizza, Baccei. Ma il dato rimane: “Di sicuro – spiega – la Sicilia non fa una bella figura. Siamo l’ultima Regione a non aver ancora approvato il mutuo. E così lo Stato non può chiudere la procedura generale”. E c’è di più. Ci sono i “tavoli romani” sullo sfondo. “Proprio adesso – insiste Baccei – sarebbe servito un segnale di responsabilità e invece è arrivato un segnale esattamente opposto”. Lo stesso che aveva “impallinato” Luca Bianchi. “Ma credo che adesso – insiste Baccei – il momento storico sia diverso. Se non riusciamo a chiudere il bilancio, dal primo maggio non potranno essere assicurati molti stipendi”. Ma nessuna “disperazione”, spiega l’assessore, anche in seguito all’articolo di Livesicilia che riportava brani del Dpef: “Se pensassi che non c’è alcuna speranza non starei qui. La Sicilia ha grandi potenzialità e deve puntare su quelle”.

Ma lo “scivolone dell’Ars” arriva proprio nelle ore in cui i partiti di maggioranza hanno chiesto un vertice al presidente della Regione Crocetta. Nonostante le dichiarazioni ufficiali, sono in tanti a non gradire l’ingerenza romana in vista della prossima legge di stabilità. E soprattutto i possibili interventi sul personale della Regione, paventati dalle dichiarazioni dei rappresentanti del governo, oltre che desumibili dalle prime indiscrezioni sulla bozza della Finanziaria.

Per gli esponenti della maggioranza, però, il ritorno in commissione del ddl è un fatto marginale. Senza alcuna valenza politica. “Si era concordato – dice ad esempio il parlamentare di Sicilia democratica Totò Lentini – di rinviare tutto a martedì. E a quel punto, molti esponenti della maggioranza hanno lasciato Palazzo dei Normanni. A quel punto, è stato tradito un patto d’onore, con la richiesta di votare il mutuo”. Così, è arrivato lo scivolone. E le opposizioni adesso vanno all’attacco di maggioranza e governo. “Il mutuo – spiega il capogruppo del Movimento cinque stelle Valentina Zafarnaa – ora torna in commissione come volevamo. Le imprese vanno pagate, per carità, ma la politica dei debiti per pagare altri debiti porta solo allo sfacelo. Si avviino prima le riforme strutturali”. “Questa decisione – dice il deputato grillino Salvatore Siragusa – è sostanzialmente il de profundis di questo governo che non ha una maggioranza, dilaniato tra la politica del rigore propugnata da Baccei e la lapalissiana intenzione di quasi tutti gli altri di mettersi a difesa del fortino di atavici e insopportabili privilegi. Le uscite di Baccei hanno fatto storcere il muso a parecchi e oggi gli hanno presentato il conto”.

Mentre il capogruppo del Cantiere popolare Toto Cordaro parla di “ennesimo fallimento del Crocetta ter e della sua maggioranza targata Pd. Non riescono nemmeno – ha detto il parlamentare – a trattare i due ddl sul mutuo da due miliardi. Veri e propri dilettanti allo sbaraglio, in una congiuntura economica e sociale da baratro. Emblematica l’espressione facciale dell’attonito assessore Baccei, fuori dal contesto e di fatto commissariato dal governatore che ne assume moralmente l’interim. Una vergogna”. E la “doppia anima” del governo sui temi economici viene sottolineata anche da Nello Musumeci: “Baccei e Crocetta viaggiano su due strade diverse. E la maggioranza oggi era colpevolmente latitante. A questo punto l’opposizione è pronta a fare la sua parte e ad accompagnare il governatore sui tavoli romani dove, è evidente, non ha più alcuna autorevolezza”. Di “maggioranza litigiosa” parla anche il parlamentare di Forza Italia Giuseppe Milazzo, mentre il capogruppo degli azzurri Marco Falcone definisce quello di Crocetta un “governo allo sbando. Quello di oggi – ha detto – è stato un voto squisitamente politico”. Oggi come allora. Baccei come Bianchi.


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