Ballarò e il crack, quei passi avanti per la 'Casa di Giulio'

Ballarò e il crack, quei passi avanti per la ‘Casa di Giulio’

Qualcosa si muove per la realizzazione a del centro a bassa soglia.

La ‘Casa di Giulio’, il centro di accoglienza e di contrasto alla tossicodipendenza, a Ballarò, fortemente voluto da un papà che ha perso il figlio per overdose di crack, è più vicino. Stamattina, in occasione di un tavolo tecnico all’assessorato alle Attività sociali se n’è parlato. Francesco Zavatteri, il padre del ragazzo stroncato dalla droga (nella foto insieme), ne ha discusso con l’assessore, Rosi Pennino.

“Ho trovato molta attenzione sul punto – dice il dottore Zavatteri che è un farmacista conosciuto e apprezzato – e grande sensibilità. Dopo Pasqua, si dovrebbe effettuare una ricognizione degli immobili comunali disponibili e procedere”. Una volta individuato il posto, sarà necessario fare il grosso del lavoro mettere insieme, cioè, le competenze per realizzare il centro ‘a bassa soglia’. Una porta aperta sul dolore delle vittime dello spaccio. Si tratta di una delle tappe che il Comune vuole percorrere nel provare a dare sollievo a un drammatico fenomeno.

Francesco Zavatteri, intanto, prosegue nella sua opera di sensibilizzazione. “Sono stato ospite della scuola ‘Sciascia’ allo Zen e ho parlato con tante mamme che vivono il problema. E’ stato un incontro molto intenso e importante. C’è bisogno che si parli di droga, di dipendenze. Ci sono ragazze e ragazzi presi nella rete che possono e devono essere salvati”.

“Il Comune ha stanziato un milione di euro funzionale – ha detto il sindaco, Roberto Lagalla – all’avvio di un progetto imponente che chiama a raccolta il terzo settore esperto sul tema, la scuola, l’Asp e l’USM, un progetto operativo e di prossimità territoriale che impegnerà Ballarò, lo Zen, lo Sperone e Borgo Vecchio, tutti luoghi fortemente interessati dal fenomeno, operatori, punti snodo con sportelli, campagne di prevenzione ed informazione nelle scuole unite all’attività del presidio mobile sanitario dell’Asp, un camper, rivolto a minori e giovani di Palermo per combattere i danni da uso di sostanze. Il tema è urgentissimo e fortemente collegato ai danni legati al disagio psichico che causa il crack, per questo occorre, mentre il progetto sarà operativo, iniziare a costruire, agganciando a fondi strutturali e stabili, il centro o i centri a bassa soglia”.

Tante sono le testimonianze sul crack, sulle sostanze stupefacenti e sulle dipendenze che LiveSicilia.it sta raccogliendo nella sua vicinanza a chi è in campo per affrontare un gigantesco problema.

“La sera prima di morire ha avuto una crisi d’astinenza molto violenta. E’ stato ricoverato in ospedale. Ha messo firma ed è tornato a casa. Poi, è successo. Abbiamo disperso le sue ceneri in mare, come avrebbe voluto. L’acqua luccicava contro i raggi del sole con uno sfolgorio particolare, impossibile dimenticarlo. Vogliamo che nessun genitore soffra come stiamo soffrendo noi. Ecco perché è necessario che il centro di accoglienza a Ballarò diventi realtà, senza perdere tempo. In questo momento c’è qualcuno che rischia”.  Questo è il racconto di Antonio e Lara Mancuso, papà e mamma di Diego che era amico di Giulio e lo ha seguito nella stessa via senza ritorno. (rp)


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