Bambini e adolescenti a rischio: Palermo, i fragili e la droga

Bambini e adolescenti a rischio: Palermo, i fragili e la droga

L'ennesimo bambino che ingerisce sostanze stupefacenti. Un contesto preoccupante.
L'EMERGENZA
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C’è la droga nella ferita dei più fragili. Che siano bambini piccolissimi che la ingeriscono accidentalmente. Che siano adolescenti che la consumano, che diventano degli automi, quando va bene, quando non muoiono. L’ultimo caso – su cui ancora deve essere fatta chiarezza con le indagini, a cui spetta il beneficio dei dubbi – illumina un contesto che vede la fragilità a rischio. Quel bimbo di Trapani, curato all’Ospedale dei Bambini, si aggiunge a una casistica ampia e porta alla ribalta pensieri cupi. Sta meglio adesso, ma resta in prognosi riservata.

Un fenomeno preoccupante

“Il fenomeno è preoccupante – dice la dottoressa Desirè Farinella, responsabile della direzione medica dell’Ospedale dei Bambini – Il maggiore uso di droga da parte degli adulti accresce il pericolo dell’ingestione casuale dei più piccoli che può provocare danni irrimediabili e gravissimi. I genitori facciano attenzione, l’assunzione anche accidentale è altamente rischiosa”.

I numeri del biennio

Nell’ultimo biennio – spiega la dottoressa – registriamo una crescita considerevole, con una ventina di casi di questo tipo. Abbiamo cominciato a collaborare più strettamente con la Procura dei minorenni. Temiamo che questi numeri, pur allarmanti, siano soltanto la classica punta dell’iceberg. Noi, come ospedale, stiamo facendo tutto il necessario per affrontare il problema”. Un dato confermato dal dottore Gaetano Buccheri, direttore sanitario, dell’ospedale Civico: “Il fenomeno sta prendendo piede, siamo esterrefatti. Il nostro impegno è massimo”.

Le vittime del crack

La droga è il mostro che, a vario titolo, minaccia le esistenze, per caso o per dipendenza. Nelle piazze di spaccio lo smercio va avanti, inarrestabile. In un recente convegno, Claudia Caramanna, procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni ha offerto uno spaccato terribile: “Ci sono casi di consumo di crack anche a dodici anni. Tra i giovani c’è un disagio profondo, implementato dalla pandemia”. Tra i presenti, anche la dottoressa Marinella Cannella, impegnata sul fronte delle dipendenze: “Arrivano in continuazione genitori disperati che chiedono aiuto. Il crack devasta le famiglie. Si prova un senso di straniamento. Tante mamma e tanti papà si domandano: ma questo è figlio mio? Siamo sotto organico ed è un problema”. Il più grave, forse. Le truppe di chi vende morte sono attrezzatissime. (Roberto Puglisi)


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