Barchino affonda a Lampedusa, 4 dispersi anche 2 bimbi: "Intervenga l'Europa"

Barchino affonda a Lampedusa, tra i 4 dispersi anche due bimbi

"Intervenga l'Europa. Ho accolto 18 morti in 5 mesi". Così il Sindaco Mannino

LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Il mare di Lampedusa assiste a un’altra tragedia dell’immigrazione. Un barchino di sei metri è affondato ieri sera nelle acque antistanti a Lampedusa. Trentadue migranti, fra cui 3 donne, sono stati salvati dalla motovedetta Cp327 della Guardia Costiera.

I dispersi

Vi sono però quattro dispersi, fra cui due bambini di 6 mesi e 6 anni i cui genitori sono sbarcati – insieme agli altri 30 migrati – a Lampedusa. Gli stessi sono stati portati, subito dopo l’approdo a molo Favarolo, al Poliambulatorio. Gli altri due, di cui non si hanno più notizie, sono due uomini.

L’emergenza

Le emergenze mediche erano dovute allo stato di ipotermia e al fatto che qualcuno aveva bevuto acqua di mare. Appena venerdì, altri 40 migranti – fra cui 7 donne e un bambino, sono stati salvati dopo che la loro imbarcazione si è ribaltata a 40 miglia dalla costa di Lampedusa. Tre i dispersi che, secondo le ipotesi, potrebbero essere rimasti imprigionati nello scafo del natante.


Il sindaco di Lampedusa: “Ho accolto 18 morti in 5 mesi”

“Intervenga l’Europa. C’è troppo silenzio e troppo immobilismo attorno a questi morti”. Lo ha detto il sindaco di Lampedusa e Linosa, Filippo Mannino, in merito all’ennesimo naufragio registrato ieri sera nelle acque antistanti alla più grande delle isole Pelagie. Quattro i migranti dispersi, fra cui due fratellini di 6 mesi e 6 anni. Mannino, eletto sindaco a fine dello scorso giugno, dice: “In poco più di 5 mesi ho accolto e dato bare a 18 persone, fra cui tantissimi bambini. Ma ci sono stati anche i dispersi,
tantissimi di cui non è stato trovato nemmeno il cadavere. Intervenga l’Europa. Serve cambiare immediatamente il regolamento di Dublino e serve, concretamente, una collaborazione tra gli Stati membri”.

Gli sbarchi

Quattro sbarchi, con un totale di 144 persone, si sono registrati, a partire dall’alba, a Lampedusa. Sui diversi barchini, intercettati nelle acque antistanti alle isole Pelagie, c’erano gruppi di 33, 35, 33 e 43 migranti, fra cui 22 minorenni. Tutti – originari di Guinea, Mali, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio e Senegal – hanno dichiarato di essere partiti da Sfax in Tunisia. Ieri, a Lampedusa, si erano registrati 5 sbarchi con un totale di 202 migranti, fra cui i 32 salvati dopo che il barchino di ferro di 6 metri sul quale viaggiavano è colato a picco. All’hotspot di contrada Imbriacola, dove fino a sabato c’erano 76 persone, adesso ci sono oltre 400 ospiti.

L’operazione di soccorso

Un’operazione di soccorso è stata condotta dalla Humanity 1 e dalla Louise Michel in acque internazionali al largo della Libia: 103 persone sono state recuperate a bordo. Durante l’intervento, informano le ong, le navi umanitarie sono state “assaltate verbalmente” dall’equipaggio – armato con una mitragliatrice – di una motovedetta libica arrivata sul posto. In aiuto ad un gommone in difficoltà è arrivate la Louise Michel, che ha informato la Humanity 1, imbarcazione più capiente. Quest’ultima ha preso a bordo i naufraghi: alcuni soffrivano di ipotermia; tra di loro bambini piccoli e a una donna incinta. Un’ostetrica è stata in grado di fornire loro le cure di emergenza necessarie.

Sos Humanity

“I centri di coordinamento dei soccorsi competenti, compresi quelli di Malta e dell’Italia – spiega Sos Humanity – sono stati informati dell’imbarcazione in difficoltà, dell’avvio delle operazioni di soccorso e delle ragioni della necessità di prendersi cura dei sopravvissuti a bordo di Humanity 1, e sono stati invitati al coordinamento da telefono e posta elettronica. Tuttavia, le autorità competenti non hanno adempiuto al loro dovere di coordinamento”.


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