ROMA – L’ex premier Silvio Berlusconi ha proclamato una manifestazione di piazza, il prossimo 23 marzo, contro il “cancro della democrazia”, cioè una parte della magistratura. La decisione è stata presa dal Cavaliere, dopo la decisione del sostituto procuratore generale laura Bertolè che ha chiesto la conferma della sentenza di condanna a quattro anni di carcere per frode fiscale e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e dopo le pesanti accuse che stanno arrivando anche da Napoli. È stata chiesta anche la condanna per il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, a tre anni e quattro mesi per frode fiscale. La sentenza d’appello è attesa per il 23 marzo, giorno in cui Berlusconi ha indetto l manifestazione.
A Napoli, invece, l’ex senatore Idv, Sergio De Gregorio, ha dichiarato ai pubblici ministeri di avere incassato 3 milioni di euro dall’ex premier, per lasciare il partito di Antonio Di Pietro e far così cadere il secondo governo Prodi. Sette anni dopo l’insediamento, De Gregorio confessa e fornisce le prove. Afferma, davanti ai giudici, di avere ricevuto due milioni in nero e un milione come sostegno al partito. I pagamenti avvenivano mese dopo mese, perché Berlusconi non si fidava dell’ex senatore Idv. Soldi che, dai conti del senatore finiranno anche alla camorra. Su De Gregorio indaga, infatti, anche il pool anti-camorra. Negli atti depositati alla Camera, si fa riferimento a soldi che vanno a finire dal conto di De Gregorio a personaggi vicini ai clan.
Queste accuse hanno spinto Berlusconi ad annunciare la manifestazione contro i giudici che usano il loro potere per eliminare, presunti avversari politici. Dopo la tregua elettorale i nodi sembrano arrivare al pettine per il Cavaliere. Oltre le accuse che arrivano da Napoli, a marzo Berlusconi potrebbe subire sentenze di condanna da parte della giustizia milanese dove è imputato nel processo sulla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche di Pietro Fassino nell’ambito dell’indagine Bnl-Unipol e per il caso Ruby.