"Non ci vendiamo per un tozzo di pane" - Live Sicilia

“Non ci vendiamo per un tozzo di pane”

Palermo 2012. L'intervento
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Sembrerebbe che Pierluigi Bersani abbia raccomandato ai suoi, a Palermo, di privilegiare l’unità del partito, di anteporla a quella della coalizione del centrosinistra e, pertanto, se non si trova la quadra attorno ad un candidato unitario, che non sconfessi del tutto le primarie, allora bisogna sostenere il vincitore numerico di quest’ultime. Non importa tutto ciò che è accaduto, non importa come i candidati e i loro supporters si siano comportati, non importa la cultura politica, o meglio incultura politica, che c’è stata dietro il risultato di queste maledette primarie, molto simile a quella che abbiamo sempre contestato ai nostri avversari, fatta di organizzazione sistematica del consenso con qualsiasi mezzo. Non importa che un intero seggio, guarda caso allo Zen, sia stato annullato, non importano le denunce, l’inchiesta della magistratura, le testimonianze di decine di cittadini, elettori o impegnati ai seggi come presidenti e scrutatori, che ne hanno viste di tutti colori durante le operazioni di voto.

Non importa che ci sia stato un evidente, massiccio inquinamento ad opera di Lombardo e di altri amici di Cracolici e Lumia che stanno dall’altra parte. Non importa, soprattutto, che per molti anni ancora sarà morta la possibilità di costruire un’alternativa credibile che ridia speranza di cambiamento ad una povera Sicilia, ad una povera Palermo. Destra e sinistra perfettamente omologati sui fini, il potere, e sui mezzi, inaccettabili.

I rapaci di sempre, per i quali Palermo è una preda , sono contenti e sono pronti a sostenere il falso nuovo, comunque si chiami. L’importante, per Bersani, ma non solo per lui, è tutelare l’unità del suo partito, un’unità che, però, sarebbe fondata sul trucco, sulla menzogna, sulle furberie. La cosa che più deprime è che, per un tozzo di pane da strappare agli usurpatori molti, nei partiti e nella cosiddetta società civile, che ormai ho capito non esistere, si sono messi già in vendita, compresi coloro che hanno sempre gridato contro i metodi usati dai seguaci del cuffarismo e del lombardismo.

Non sempre le belle battaglie sono vincenti ma mai accetterò di condurre una brutta e sporca battaglia per sedermi al tavolo dei vincitori per la spartizione del bottino. Il mio passato non me lo consente, il mio futuro non me lo perdonerebbe, la mia coscienza mi condannerebbe.

*Segretario provinciale Idv


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