Biagio Conte dorme in strada | La sua notte al freddo - Live Sicilia

Biagio Conte dorme in strada | La sua notte al freddo

Il missionario laico torna sul marciapiede: "Resterò qui, fino a quando...".

PALERMO L’uomo che voleva cambiare il cuore di Palermo ha preso il suo e l’ha gettato per strada, in faccia all’indifferenza. Biagio Conte, il missionario delle nostre coscienze inaridite, è tornato sul marciapiede, dove iniziò il suo cammino quasi trent’anni fa. “Non ne posso più – dice tra i singulti della tosse -. Questa città volta le spalle agli ultimi. E io resterò qui, fino a quando non cambierà il suo cuore”.

Biagio ha passato la notte davanti alle Poste di via Roma, al freddo, con qualche coperta, una Bibbia per cuscino e un santino di Gesù tra le dita. Nello stesso angolo, molti anni fa, dormiva Vicè, un clochard noto per la sua ostilità al contatto umano. Eppure, in quel frangente, Palermo si mostrò generosa. A Vicè portavano latte, acqua, frutta e biscotti. Cercano di sostenerlo. E lui, a poco a poco, si aprì.

Biagio, perché l’hai fatto? Hai cinquantaquattro anni, i piedi spaccati dal gelo, perché anche d’inverno calzi i sandali di Francesco. Biagio, perché l’hai fatto? Potresti vivere al coperto, nella tua missione e comportarti da eccellenza della solidarietà. Invece ti ostini a cercare il dolore nei suoi angoli più bui e vuoi consolarlo. Biagio, perché? La risposta è ancora quella voce che raschia, in un filo di respiro. “Perché non posso più vedere questa città. Io non la riconosco più. Gli ultimi muoiono sotto le stelle e la gente volta la testa dall’altra parte. Chi può sta al caldo e non bada a chi è al freddo”.

Sulla pagina facebook della Missione Speranza e Carità il concetto si legge forte e chiaro. Scrivono i volontari, riecheggiando la voce di Biagio: ‘“Non riesco ancora ad accettare che ci possano essere tanti ancora che vivono queste profonde sofferenze nella loro vita dovuti principalmente all’indifferenza e che continuano a vivere e morire per strada”. Questo ci ha detto quando lo abbiamo raggiunto sotto i portici della Posta centrale di Palermo. “Non riesco ancora ad accettare l’idea che tanti ancora siano senza lavoro senza casa e devono morire per strada, voglio condividere questa vita con loro, stare insieme a loro, così è nata la Missione di Speranza e Carità e questo è il cammino che sento di portare avanti”‘.

Sotto i portici, ora, c’è una piccola processione. Qualche ospite delle missioni. Una ragazza che si china a baciare Fratel Biagio sulla guancia. Il medico volontario, Ciccio Russo, figura storica e preziosa della solidarietà. “Ormai – spiega Ciccio – non riusciamo più a fare fronte. Siamo sommersi dalle richieste di aiuto”.

Ancora il filo di voce di Biagio: “Non dormo qui perché voglio cose. Non protesto per ottenere beni materiali da devolvere in generosità. Voglio che Palermo, finalmente, cambi. L’altra notte abbiamo raccolto un fratello sul marciapiede, Giuseppe. Almeno è morto in un letto e non a terra. Voglio che Palermo sia la capitale della speranza. Invece, Palermo mia, quanto sei indifferente”. E chiude gli occhi Biagio. Ora è il momento del riposo.

Lì, nella stessa mattonella, dormiva Vicè delle Poste che una notte respirava male. Qualcuno chiamò l’ambulanza. Intorno, c’erano persone che piangevano. Vicè, invece, sorrideva, mentre lo caricavano sulla lettiga dell’ambulanza. Guardava le stelle. E sotto le stelle morì.

La solidarietà di Musumeci

“L’appello di Biagio Conte richiama le Istituzioni alle proprie responsabilità. Come dice l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, dobbiamo cominciare dagli ultimi, dalle periferie. Nei prossimi giorni incontrerò il missionario per esprimere la vicinanza del governo regionale e concordare possibili e concrete iniziative a sostegno del proprio impegno sociale”. Lo afferma, in una nota, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

Arriva anche un commento dell’assessore comunale alle Politiche sociali, Giuseppe Mattina: “Tutta la città deve raccogliere l’appello di Fratel Biagio. La politica deve continuare con la propria azione, ma tutta la città deve ricordarsi degli ultimi e attivarsi. Occorre rimettere al centro della nostra azione i poveri nel rispetto dei diritti e della legalità. Non bisogna voltarsi, né basta fare elemosina. Bisogna coinvolgersi e fare comunità”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI