PALERMO – I revisori dei conti dicono sì al bilancio di previsione 2020 del comune di Palermo. Il collegio ha firmato il parere sulla manovra esitata dalla giunta Orlando e che adesso approda in consiglio comunale, chiamato ad approvarla entro la fine dell’anno. Non mancano però osservazioni e rilievi: il Piano economico e finanziario della Tari, da redigere secondo i principi dell’Arera, deve ancora vedere la luce e la scadenza è sempre il 31 dicembre, ci sono i 15 milioni l’anno da accantonare per il Fondo crediti di dubbia esigibilità, l’anticipazione di tesoreria è addirittura peggiorata ed è divenuta strutturale, i debiti fuori bilancio continuano a verificarsi per l’incapacità di programmare le spese.
Non va meglio il rapporto con le società partecipate che già nel rendiconto 2019, secondo il vecchio collegio dei revisori, costituiva “una causa di gravissima criticità con pesanti ripercussioni sugli equilibri economico-finanziari dell’ente, potenzialmente idonee a farlo precipitare nel dissesto finanziario in assenza di adeguate e immediate misure correttive”. E la cosa non è migliorata. I revisori chiedono anche il rispetto dei termini per l’invio dei dati di bilancio al ministero.
I numeri del bilancio
Le previsioni di entrata ammontano a 2,5 miliardi di euro, di cui 412 milioni dalle tasse, 337 milioni di trasferimenti, 35 extratributarie, 151 in conto capitale e ben 750 milioni di anticipazioni di tesoreria. Le spese sono praticamente pari, con quelle correnti che arrivano a 818 milioni. L’addizionale comunale Irpef vale 52 milioni, l’Imu 111 (in calo rispetto al rendiconto di 23 milioni), la Tari 156 milioni, mentre l’imposta di soggiorno (a causa del tracollo del turismo) precipita a ,16 milioni. La Tosap frutterà 27,2 milioni e l’imposta sulla pubblicità 6,4. Previsioni che dovranno fare i conti con la crisi, visto che chi perderà il lavoro o chiuderà l’azienda avrà più difficoltà nel pagare le tasse, anche se i comuni potranno avvalersi dei fondi regionali per compensare i mancati incassi. La lotta all’evasione ammonta a 74 milioni, mentre i proventi dai permessi a costruire dovrebbero toccare quota cinque milioni.
Multe, incassi in crescendo
Il bilancio pluriennale segna 43 milioni di incassi dalle multe per il 2020, che però balzano a 54 nel 2021 e nel 2022; dagli affitti il Comune percepirà invece 5,7 milioni che poi scenderanno negli anni seguenti a 4,8. Minimi gli incassi anche dai servizi pubblici: appena 182 mila euro dagli asili a fronte di 5,7 milioni di spesa, 570 mila euro dagli impianti sportivi contro uscite per 4,9 milioni, 3,2 milioni dai servizi cimiteriali che coprono a metà le spese che arrivano a 6,5 milioni. In totale, per i servizi a domanda individuale, la copertura è di circa un quinto: 5,8 milioni di incassi contro 27 milioni di spesa.
Il macigno della spesa per il personale
Tra le voci di spesa, una delle più consistenti è quella destinata al personale: 220 milioni nel 2020, 207 nel 2021 e 203 nel 2022. Beni e servizi pesano per 412 milioni, le imposte per quasi 12, i trasferimenti correnti per 82,5. Ammonta ad appena due milioni l’accantonamento per perdite delle società partecipate, mentre nel rendiconto 2019 era di quasi 79 milioni. Sul fronte dell’indebitamento, nel 2021 restano da rimborsare 249 milioni ma si segnalano nuovi prestiti per 22,7.