Bindi: "No all'antimafia di potere | Orlando? Parole da chiarire" - Live Sicilia

Bindi: “No all’antimafia di potere | Orlando? Parole da chiarire”

Rosy Bindi

Secondo la presidente dell'Antimafia "occorre massima severità".

Il caso Maniaci
di
2 min di lettura

CATANIA – “Anche questo è un gioco mafioso: usare l’antimafia per il potere, per denaro. E’ chiaro che questi comportamenti vanno condannati e fanno più male dei comportamenti mafiosi”. Lo ha detto la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, a margine di un’incontro a Paternò, nel Catanese, sull’inchiesta per estorsione sul direttore di Telejato, Pino Maniaci. “Come Antimafia nazionale – ha aggiunto la presidente Bindi – abbiamo iniziato un’inchiesta proprio sull’antimafia perché a fronte del comportamento sbagliato di alcuni non può essere delegittimato un comportamento che in questi anni è stato molto importante. Sia come antimafia istituzionale che come antimafia sociale”. Per Rosy Bindi “vanno smascherati coloro che dell’antimafia hanno fatto una carriera, prestigio, occupazione di potere se non addirittura reato”. Secondo la presidente dell’Antimafia “occorre massima severità”, ma bisogno anche “rilanciare l’autentico movimento che lotta contro la mafia”, ed è necessario “fare tutti insieme questa battaglia”. “Avevamo sentito Maniaci nelle audizioni dei giornalisti minacciati e francamente – ha concluso la presidente Bindi – non mi va di sentirlo più perche’ non credo che possa aggiungere alcunché alla vicenda. La giustizia farà il suo corso e se attraverso l’opera della magistratura si svela un inganno si da’ un grande contributo”.

Bindi è poi tornata sulle dichiarazioni del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in merito a rifiuti, acqua ed energia: “Il sindaco di Palermo ha fatto dichiarazioni forti durante la commemorazione di Pio La Torre. Denunciare che c’è un potere ‘cianciminiano’ in questo momento a Palermo, in Sicilia, nei rifiuti, nell’acqua, nell’energia, richiede chiarezza”.

Su Maniaci si sono espressi anche gli esponenti di  #DiventeràBellissima, Giusy Savarino, Alessandro Aricó e Ruggero Razza: “Uno dietro l’altro crollano i simboli di un’antimafia che si era fatta affarista. Lo denunciamo fin dalla nascita del movimento: prima dei grandi scandali di questi mesi”, dicono in una nota i componenti della cabina di regia del Movimento. “Non ci associamo alla pubblica lapidazione del giornalista Pino Maniaci – si legge -, ci limitiamo a segnalare che questa vicenda conferma le tinte fosche di un quadro desolante già conosciuto: il movimento antimafia come lo abbiamo visto dopo le stragi del 1992, con la spinta dal basso della indignazione popolare, con la mobilitazione spontanea delle famiglie e dei giovani, con la freschezza delle parole di decine di migliaia di ragazzi sbarcati ogni anno con la nave della legalità, si è arenato in un mare di ipocrisie, personalismi e affarismo”.

“L’inchiesta di ieri – proseguono gli esponenti del Movimento – conferma l’uso e abuso della propria immagine per attribuire agli altri patenti di moralità. Abbiamo visto sfilare i Ciancimino e gli imprenditori della legalità, e tanti politici che, alimentando questo sistema, hanno creato un “circuito antimafia” per fini inconfessabili”.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI