"Boccheggiava disteso sul letto"| Confessione di un omicidio - Live Sicilia

“Boccheggiava disteso sul letto”| Confessione di un omicidio

La strada dove viveva Mercurio Nepa

Si aggiungono nuovi particolari sulla morte di Mercurio Nepa. Lite sulla spartizione del bottino

PALERMO – Si aggiunge un’altra confessione nell’inchiesta sull’omicidio di Mercurio Nepa, l’anziano morto di crepacuore mentre in quattro razziavano soldi e gioielli nel suo appartamento di Terrasini.

Gaspare Polizzi ha ammesso la responsabilità, sua e delle altre persone piombate in casa dell’anziano (leggi: “Retroscena di un omicidio”). Stessa cosa aveva fatto nei giorni scorsi Francesco Lo Piccolo (leggi: “La confessione di Lo Piccolo”). Polizzi, davanti al giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Umberto Seminara, ha ricostruito le drammatiche fasi della rapina.

Il giorno del colpo era stato contattato da Donald Cucchiara Di Leo (guarda le foto dei quattro arrestati), indicato come il basista. Sarebbe stato quest’ultimo ad entrare in casa attraverso la finestra di un immobile diroccato adiacente alla palazzina dove viveva l’anziano 84enne. Poi ha aperto la porta ai complici. A Polizzi era stato detto che si trattava di un colpo facile, con un bottino da 500 mila euro, e che la vittima era un uomo sui 40 anni. Non sapeva, così ha riferito, che l’obiettivo fosse una persona anziana.

Una volta in casa hanno legato la vittima distesa sul letto e hanno iniziato a cercare la chiave della cassapanca dove Nepa nascondeva il suo tesoretto. Ad un certo punto l’anziano ha cominciato a respirare male, boccheggiava. Polizzi ha detto di averlo liberato. Al giudice ha spiegato di essere pentito del suo gesto: non voleva ucciderlo.

Dal suo racconto emerge del risentimento nei confronti di Cucchiara per la spartizione del bottino. Si erano dati appuntamento dopo il colpo in un appartamento. Cucchiara avrebbe deciso di cambiare posto. A Polizzi sono stati consegnati 1800 euro, cifra ben lontana da quanto gli era stato paventato. Ecco perché non esclude che qualcuno abbia fatto sparire i soldi. Proseguono dunque le indagini dei carabinieri di Carini, coordinati dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituti Giula Beux e Luisa Bettiol.


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