PALERMO – Cinquanta milioni sono stati smarriti. Ed adesso è quasi impossibile recuperarli. In una parola quei soldi sono “prescritti”. Affondati nel mare delle inefficienze dell’Ente acquedotti siciliano, che ha spesso dimenticato di “incassare le bollette”. Per uno, due, cinque anni. Fino, appunto, alla prescrizione. A rivelare l’esistenza del buco nei conti dell’Eas, e a definirne i numeri, è il nuovo numero di “S”, in edicola da domenica.
A essere cadute sotto la tagliola della prescrizione sono le bollette anteriori al 2007. Quasi 550 mila fatture. Che messe insieme fanno un bel gruzzolo, a guardare bene. Anzi, a leggere bene. In particolare due relazioni, richieste dall’attuale commissario liquidatore dell’ente, Dario Bonanno. Giunto all’Eas in sostituzione di Agostino Equizzi, infatti, Bonanno ha chiesto alla società “Andreani Tributi”, intanto, di preparare un quadro dei crediti vantati dall’Eas. Differenziando quelli ancora esigibili da quelli “persi”. A queste relazione ne è seguita un’altra, del consulente contabile dell’ente, Alberto Runza, che ha ammonito: “Non vanno inserite nei bilanci dell’ente le somme riguardanti crediti prescritti”. E sono tanti.
Una relazione riservata inviata al commissario liquidatore dell'Ente acquedotti segnala una perdita milionaria dovuta a bollette non pagate. Lo rivela il nuovo numero di "S": la riscossione di quei soldi è prescritta.
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