Palermo, bonus, Pnrr e legalità in cantiere: il punto sull'edilizia - Live Sicilia

Palermo, bonus, Pnrr e legalità in cantiere: il punto sull’edilizia

Il punto sullo stato del settore con il presidente della Cepima Giuseppe Puccio

PALERMO – “Rispetto a qualche mese fa, quando è entrato in vigore il decreto anti fronde, fa siamo in una situazione di assestamento. Le imprese più strutturate stanno riconfigurando le fasi per realizzare le cessioni dei crediti e fra qualche mese il settore si normalizzerà. C’è ragione di credere che se non arriveranno nuovi stravolgimenti il settore sarà stabile fino a tutto il 2023″. Dopo i mesi di sofferenza che hanno colpito l’edilizia con il blocco delle cessioni dei crediti è questa la fotografia che Giuseppe Puccio, presidente della Cepima, la cassa edile palermitana e consigliere di Ance Palermo, l’associazione costruttori del capoluogo, offre sullo stato del settore.

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Giuseppe Puccio

Le piccole aziende, però sono in sofferenza. “Ci sono aziende che hanno firmato contratti oltre le loro possibilità. Ci sono aziende hanno firmato 8 contratti ma che hanno tre dipendenti. Da ciò se ne ricava che non erano strutturate per onorare gli impegni assunti”. Anche in ragione di questo, è difficile immaginare, spiega il presidente della Cassa edile che ci siano nuovi ingressi nel mercato edilizio. “Il numero delle imprese e dei lavoratori è questo e rimarrà questo”.

Il settore secondo Puccio non subirà una battuta d’arresto per via del caro materiali. “Nei lavori privati e nei lavori di superbonus le imprese subiranno molto meno il peso del caro perchè tutti i lavori bonus sono a ribasso zero. Diverso è invece il caso dei lavori pubblici che – spiega il presidente Cepima – sono stati firmati anche due anni fa, che si basano su vecchi prezziari e che hanno visto ribassi anche del 30 per cento. Un aumento così non permette di portare avanti quei contratti. Tutto sommato, invece, l’aumento dei prezzi nel bonus 110 non intacca la realizzabilità dei lavori. Abbasserà sicuramente la marginalità dell’impresa – racconta Puccio – ma non credo che non causerà un blocco”. Per questo la speranza è che “l’aliquota del 110, che è previsto diminuisca nel 2024 e nel 2025, possa rimanere al 110 per cento”. E d’altronde, ricorda Puccio, “le truffe sono state realizzate sul bonus 90 per cento in cui i controlli erano di gran lunga inferiori”.

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La normativa di controllo è diventata importantissima. Giuseppe Puccio ricorda anzitutto l’introduzione del Durc di congruità. “Questo permetterà – afferma il presidente della Cassa Edile – di verificare il rispetto della congruità della manodopera rispetto al valore dei lavori. Il meccanismo permetterà di contrastare il lavoro nero. Nei bonus inoltre deve essere applicato il ‘contratto edilizia’ è un altro passo avanti in termini di tutela”. La sfida per la cassa edile e per l’intero sistema bilaterale sarà quello di continuare a formare lavoratori e impresa specie sul settore alla sicurezza. “Forniremo dispositivi di sicurezza e sostegni economici per le visite mediche”.

La Cassa edile fa parte anche del tavolo legalità e sicurezza sul lavoro aperto presso la Prefettura. “L’incontro mensile – racconta Puccio – si sta risolvendo in un cambiamento epocale. Prima il settore delle costruzioni veniva visto come un settore contaminato dal malaffare. Le associazioni di categoria e anche della Cassa edile stanno invece promuovendo l’adesione a protocolli di legalità la richiesta d’iscrizione alla white list. Questo sta portando anche al nostro interno a una logica di selezione che ci porta ad arginare tutto ciò che non ci convince.

Nello specifico Cassa edile con il suo database fornisce agli organi ispettivi dalla prefettura all’ispettorato del lavoro passando per Inps e Inail i dati in suo possesso. Fa di più: consente di leggere al meglio i dati con le lenti di chi è del settore. “I dati – spiega Puccio – vengono forniti su richiesta formale degli organi ispettivi. “Fra i criteri di controllo rilevanti ci sono la storicità dell’azienda, il rapporto cantieri dipendenti assunti e la regolarità di pagamento della contribuzione. “Se un’azienda non paga da mesi la Cassa edile – spiega Puccio – allora non pagherà neanche gli altri contributi”.

Ultimo tema è quello del Pnrr. “Il 110 non riesce a essere un limite per l’attuazione dei progetti per il Pnrr. Nell’ottica del primo gennaio 2023 le imprese saranno indirizzate a rispondere a questa domanda di servizi edili. Il grande problema a mio avviso – spiega Puccio – è l’assenza di progetti esecutivi, il problema di sempre e l’assenza di strutture che possano fare questi progetti. Gli appalti pubblici con quei fondi per le imprese sono fonte di lavoro per altri 5-6 anni. Guardiamo pertanto con occhio attento al Pnrr”.


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