Boscaglia: "Trapani, anni particolari | La salvezza è anche un po' mia" - Live Sicilia

Boscaglia: “Trapani, anni particolari | La salvezza è anche un po’ mia”

Intervista esclusiva all'ex tecnico della formazione granata, il quale si appresta a vivere il primo ritiro con una nuova squadra dopo sei anni. Il gelese racconta anche le ultime tribolate fasi della passata stagione, culminate con l'esonero e l'affidamento della squadra a Serse Cosmi.

parla il grande ex
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TRAPANI – Ripartire da un’altra maglia, un’altra città e un’altra terra. Voltare pagina dopo sei anni non può essere facile, soprattutto per un uomo che ha legato la propria professione ad una terra. Roberto Boscaglia vuole ripartire ed è pronto a farlo, lontano da quella Trapani che è stata la sua casa nel mezzo di una cavalcata storica fino alla Serie B. Lontano anche dalla sua Sicilia, dato che il suo futuro guarda verso nord, con un Brescia che vuole puntare sulla sua esperienza per una pronta risalita tra i cadetti o, in alternativa, per una tranquilla stagione in Serie B, qualora le Rondinelle dovessero essere ripescate. Ma del futuro, oggi, non si possono avere certezze.

Perché oggi Roberto Boscaglia aspetta una chance. Sa di avere su di sé attenzioni concrete da parte di altre squadre, ma senza firme sui contratti preferisce non parlare della sua prossima destinazione. L’unica certezza, come ammette lo stesso tecnico a LiveSicilia Sport, è quella di ritrovarsi davanti ad uno scenario del tutto nuovo: “Ho delle sensazioni un po’ strane – esordisce Boscaglia -. Dopo sei anni non so cosa farò e sono in una fase di distensione e tranquillità assoluta. Sto vedendo tutto dall’esterno”. L’ipotesi principale sul tavolo resta quella di un suo trasferimento a Brescia, che rappresenterebbe la sua prima esperienza professionistica fuori dalla Sicilia, oltre che un trampolino di lancio in una società con l’ambizione di tornare ai vecchi fasti.

Se la scelta di un club così blasonato cade su Boscaglia, è perché il tecnico gelese ha saputo ottenere risultati storici alla guida del Trapani. Un periodo incancellabile della carriera e della vita di Boscaglia, che pur dovendo voltare pagina non può mettere da parte ciò che ha costruito negli anni in granata: “Ho vissuto degli anni particolari. Ho lavorato fianco a fianco col presidente e con l’ambiente, c’è stata una gestione familiare e una costruzione della squadra con giocatori importanti, anche senza grandi nomi. Abbiamo scalato le categorie e sicuramente adesso per me sarà tutto diverso”. Parole d’affetto verso una città e una piazza che lo hanno adottato, oltre che di una società per la quale ha fatto la storia: “Col presidente e con la signora c’è ancora un rapporto importante”, ammette inoltre il tecnico.

Guardandosi alle spalle, la storia tra Boscaglia e il Trapani poteva concludersi con un’altra festa. La salvezza, che i granata hanno raggiunto con Serse Cosmi in panchina, è da attribuire anche in parte al predecessore del tecnico umbro. Lo stesso Boscaglia, d’altronde, sente suo questo traguardo: “Assolutamente sì, questa salvezza la sento anche mia ed è naturale. Ho fatto 34 punti e la retrocessione non ci stava per niente. Il Trapani non era una squadra che poteva retrocedere, non stava né in cielo, né in terra una cosa del genere”. Inutile però rimuginare sugli errori commessi, che sicuramente ci sono stati, ma per i quali Boscaglia non farebbe alcun passo indietro: “L’allenatore deve sbagliare il meno possibile, ma ogni giorno si sbaglia. Dagli errori si deve imparare, dalle esperienze negative bisogna trarre qualcosa di positivo. Col senno di poi sarebbe facilissimo parlare. Le scelte fatte sul momento sono assolutamente ponderate, se mi si riproponesse tutto quel che ho fatto non avrei problemi a rifarlo”.

Adesso si aspetta il futuro, che potrebbe riservare a Boscaglia un ritorno a Trapani da avversario. Un’eventualità che non preoccupa affatto l’allenatore gelese, pronto anzi a tornare al “Provinciale”: “Certo che sì. Per me è uno stadio familiare. Quando sono arrivato era in un certo modo, poi l’ho lasciato in una maniera completamente diversa. Abbiamo fatto il manto nuovo, gli spogliatoi, la palestra e la curva senza barriere dietro alla porta. Abbiamo lavorato bene”. Sarebbe un ritorno strano, per lui e per Trapani, che insieme hanno condiviso i momenti più belli della loro storia calcistica: “Il pomeriggio del 12 maggio 2013 a Cremona è stato indubbiamente importante, ma anche vedere la gente abbracciarsi e piangere a Trapani. È stato il coronamento di un sogno nostro e di una città che aspettava questo momento da 110 anni”.


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