"Maltrattamenti e rinascite" | Donne che salvano donne - Live Sicilia

“Maltrattamenti e rinascite” | Donne che salvano donne

Maria Rosa Lotti, Maria Grazia Patronaggio, Mara Cortimiglia

Il centro anti-violenza de 'Le Onde'. Le storie delle donne che sono riuscite a cambiare vita.

PALERMO – Questi passi e questi scalini conducono nel luogo delle donne che salvano le donne. Qui, ragazze di tutte le età arrivano con i pezzi di una vita in frantumi, con il lembo di troppe stoffe strappate. E ricominciano.

Il centro anti-violenza è la dimora in cui opera l’associazione ‘Le Onde Onlus’ che ricompone cocci di persone dagli anni Novanta. Oltre la porta che dà su un appartamento accogliente, c’è una truppa di garbatissime signore in azione.

Si risponde al telefono per fissare appuntamenti; dall’altra parte, voci di donne che raccontano alle donne quanto sia impossibile l’esistenza accanto a un maschio prepotente. Si organizza l’ascolto, con la psicoterapia. Si tenta di costruire percorsi di rinascita, grazie a una estesa rete di solidarietà. Si lotta, nella penuria di risorse, già denunciata e illustrata, per proteggere e accudire. Si ospita in altre case per dare riparo alle situazioni più estreme.

C’è una stanza dei giochi per i bambini che accompagnano le mamme. Colori caldi. Una giostrina sul tavolo. Pupazzi in una scatola, tra cui spicca un ippopotamo che, nonostante tutto, non ha perso la voglia di sorridere. Le stelle di Natale brillano ancora contro la finestra, al sole del primo pomeriggio.

I bambini che vengono qui ritrovano quasi subito la serenità, se non hanno respirato troppo l’aria delle violenze domestiche – dice Mara Cortimiglia -. Altrimenti è un po più difficile”.

Maria Rosa Lotti mostra un opuscolo che ha la chiarezza dei numeri e certifica un preciso contesto. Eccoli in sintesi per il 2018: “907 sono stati i contatti telefonici al centro antiviolenza Le Onde Onlus da parte di donne, operatori e operatrici dei servizi della Rete contro la violenza dell’Area Metropolitana di Palermo e delle forze dell’ordine con un incremento particolare nelle richieste di supporto direttamente formulate dalle donne vittima di violenza: 761 a fronte delle 374 dell’anno precedente; 443 le donne accompagnate in un percorso di uscita dalla violenza. Le donne che nel 2018 hanno contattato il centro anti-violenza sono soprattutto italiane. La maggior parte delle violenze descritte avviene in famiglia. Quasi tutte affermano di avere subito violenza psicologica e più della metà di essere state vittima di violenza fisica. Gli autori delle violenze sono mariti, fidanzati ed ex, ma anche genitori, figli e altri familiari. Le violenze si consumano all’interno delle mura domestiche e non finiscono con la separazione, ma rischiano di acuirsi con la decisione di porre fine a una relazione”. Un bollettino di guerra.

“Per fortuna – aggiunge Maria Grazia Patronaggio, la presidentessa – le donne hanno imparato a non nascondersi, a chiedere aiuto, a capire subito dai primi cenni quando devono troncare una storia malata e voltare pagina. Siamo più consapevoli e perciò più capaci di difenderci”.

Le storie si tratteggiano, un po’ mascherando, un po’ mettendo insieme biografie diverse, per garantire riserbo e anonimato assoluti. La donna che ha trovato, dopo anni, il coraggio di segnalare il marito per i maltrattamenti subiti in presenza dei figli. La donna che abita con un’amica perché non può più stare a casa. La donna che ha denunciato suo figlio. La donna che si presentava con una bimba piccolissima che non riusciva a staccarsi mai da sua madre e piangeva, temendo l’abbandono. La donna che racconta di un matrimonio forzato. La donna che non riesce a dormire.

E ci sono i disegni, da qualche parte, con i pennarelli che lasciano solchi profondi. C’è un ritratto familiare composto da una figlia: lei e la sua mamma in un mondo senza papà, né fratelli. Sole, forse libere.

“Ci vuole una grande capacità empatica e non sono mai esperienze leggere. Noi facciamo il possibile”, dice Maria Grazia Patronaggio. Fanno anche l’impossibile perché il costo è alto. Le donne che salvano le donne portano pesi di anni. Loro hanno visto, sentito e sanno. Alla fine della giornata, uniscono i passi, sulla via del ritorno, al battito accelerato di chi non ha smesso di sperare, alla polvere depositata negli angoli dalla sofferenza in cerca di riscatto. I segni di un dolore ignoto al cuore dei maschi.

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