Migliaia di sostenitori dell’ex presidente del Brasile Bolsonaro hanno dato l’assalto ai palazzi delle massime istituzioni dello Stato a Brasilia. Un attacco durato ore e che si è concluso con l’intervento delle forze federali, dopo una riunione d’emergenza di Lula con il governo e dopo aver ordinato la chiusura del centro della capitale. Dopo il controllo della Corte suprema, la polizia è riuscita a riguadagnare anche il terreno del Planalto, sede della presidenza, fino anche a quello del Congresso.
Il bilancio, al momento, è di oltre 400 persone arrestate, mentre si continua a lavorare per identificare quanti hanno partecipato all’attacco.
Un attacco “vandalo e fascista” contro le istituzioni democratiche, aveva detto il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, visibilmente alterato, assicurando che i “terroristi saranno puniti in modo esemplare”.
Bolsonaro ha condannato quanto accaduto: “Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali”, ha detto. Ed ha respinto le accuse attribuitegli da Lula da Silva: “Durante tutto il mio mandato – ha sottolineato – sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà”.