Buon compleanno Palermo - Live Sicilia

Buon compleanno Palermo

Palermo il 6 e il 7 maggio ha bisogno di rinascere. Chi sarà assente si prenderà le responsabilità del caso. Intanto, alcuni palermitani (e non solo) ci mettono la faccia. Raccontano la città che vorrebbero. Buon compleanno Palermo.
Palermo 2012. Lo speciale
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Buon compleanno Palermo. Mancano quattordici giorni all’inizio della tua rinascita. Il 6 e il 7 maggio si vota. Come? Ah, sì. Sentiamo le  voci dei palermitani. Le mettiamo in riga. Non cambierà niente. “Sututtistissi” (attaccato). Siamo maestri nel gioco di prestigio: non ce ne frega niente. Lo sfacelo è figlio della nostra ignavia. Ma siamo bravissimi a dare la colpa agli altri. Il 6 e il 7 maggio si avviano le pratiche di una ipotetica resurrezione. Ci sarà l’occasione di eleggere un nuovo sindaco. Il Noè che dovrà trarre l’arca – assai scafazzata – a riva, quando sarà concluso il diluvio. E in giro si avverte un biascicare, un bisbigliare deluso. Neanche una goccia di entusiasmo, tra pacchi di pasta e buoni di benzina. C’entra la qualità dei candidati? No. Ci stiamo preparando all’ennesimo fallimento, con la fabbricazione di un alibi prematuro.

Il primo cittadino che sarà rimarrà accerchiato a Palazzo delle Aquile senza nemmeno un cane come amico o genere di conforto. E quando sbaglierà, sotto gli occhi del suo popolo assente, verrà crocifisso. Il sindaco di Palermo non è chiamato a risolvere i problemi. Il suo ruolo è più mistico: desideriamo che inciampi e che prenda su di sé il peccato di una comunità mediocre, quando non scarsa. Il nostro voto è un espediente di astuzia sopraffina. Eleggiamo il peggiore, consapevolmente, per poi lamentarci con gusto. Dopo anni di bruttezza, la bellezza ci fa orrore. La rovina è la nostra patria.

Allora, buon compleanno Palermo e pace in terra ai palermitani di buona volontà. Il 6 e il 7 maggio si ricomincia a combattere con l’unico e vero mezzo imbattibile: il voto popolare. Dopo sarà comunque tragedia? Chissà. Ma non sarà impalpabile l’ultimo scatto a un minuto dal crollo. Lì vedremo la differenza tra chi non c’era e chi ha retto il muro fino alla fine. E sapremo i nomi di chi si è consegnato all’inferno, di chi ha pareggiato col purgatorio, di chi ha tentato l’acchianata al cielo.


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