Calcio siciliano in crisi nera | Palermo, Trapani e non solo - Live Sicilia

Calcio siciliano in crisi nera | Palermo, Trapani e non solo

Rosa e granata rispecchiano un momento critico per tutta l'isola. Male anche Akragas, Catania e Messina.

PALERMO – Il disastro che domenica dopo domenica si sta materializzando a Palermo, è ormai sotto gli occhi di tutti. Sette sconfitte consecutive in un campionato di serie A a girone unico non si erano mai viste, sei cadute di fila davanti al pubblico amico sono una primizia addirittura considerando i cinque principali campionati europei (oltre alla nostra massima serie, vengono considerati Liga spagnola, Ligue 1 francese, Premier League inglese e Bundesliga tedesca). I rosanero sono ormai condannati a doversi giocare la permanenza per un altro anno nell’Olimpo del calcio nazionale con sole altre tre pretendenti, ovvero Crotone, Empoli e Pescara in rigoroso ordine alfabetico. Ma il pessimo inizio di stagione della formazione allenata (almeno per il momento) da Roberto De Zerbi è, purtroppo, la cartina al tornasole di quanto si sta vedendo praticamente in tutte le piazza del calcio isolano, almeno per quanto riguarda quelle impegnate nei tre campionati professionistici.

Sei squadre siciliane sono impegnate tra serie A, serie B e girone C di Lega Pro. Nessuna di queste, in un lasso di tempo che varia tra le quattordici e le sedici giornate, è riuscita a raggiungere la soglia dei venti punti in classifica. Quella che ha fatto meglio – almeno sul campo – ha racimolato appena sei vittorie e gravita a centro classifica. Un rendimento che di certo fa tremare tutti gli appassionati di calcio dell’isola, tanto da portare a vedere un epilogo a dir poco tragico in vista della stagione prossima. Niente Sicilia nel Giro d’Italia della prossima massima serie? Probabile con questo ruolino di marcia, ma rischiamo di veder partire anche la cadetteria senza formazioni della nostra isola a farsi rappresentare. E chissà cosa potrebbe accadere in Lega Pro, specialmente dopo la riforma di playoff e playout messa in piedi dai vertici del terzo campionato professionistico italiano durante l’estate appena trascorsa.

Se Palermo piange, come detto, Trapani non ride. Sedici partite disputate, una sola vittoria messa in cascina, quella ottenuta contro il Benevento al “Provinciale” ormai poco più di un mese fa. La zuccata vincente di Citro, tra l’altro, costituisce anche un quarto del bottino stagionale della squadra: tre punti sugli undici fin qui ottenuti dal club del Comandante Morace, ottenuti con un semplice colpo di testa. Poi tutta una serie di errori fin troppo evidenti per passarci sopra. Errori figli di una situazione diventata quasi incontrollabile, dopo il sogno accarezzato giusto qualche mese fa con la finale playoff contro il Pescara, e la serie A a 180 minuti di distanza. Ma errori probabilmente figli anche di un caos esploso all’improvviso durante l’estate, con l’addio inaspetatto del direttore sportivo Faggiano, in direzione – guardacaso – Palermo. L’arrivo di Sensibile a campionato in corso, un mercato che di conseguenza si è improvvisamente bloccato, in entrata ma soprattutto in uscita. E via alla sfilata dei musi lunghi: Scozzarella dato in partenza ma poi trattenuto, Petkovic opzionato alla Roma che ha poi cambiato direttore sportivo, lo stesso Citro ad un passo dall’addio salvo poi restare a Trapani. E a proposito di mercato, solo un miracolo ad opera dell’ex ds doriano a gennaio potrebbe ribaltare una situazione, che per il momento non concede vie di uscita. Attendiamo, tra l’altro, di conoscere il nome del sostituto di Serse Cosmi in panchina.

Ma se per le due principali rappresentanti del calcio siciliano sono in netta crisi, chi gioca in Lega Pro non può di certo dormire sonni tranquilli. A Catania si fa i conti con una situazione dirigenziale ancora in bilico, tra debiti ancora insoluti, un acquirente che ancora non arriva e la paura di nuove penalizzazioni che continua ad incombere. Il rendimento in campo sembra crescere – seppur molto piano – e sembra poter portare ad un piazzamento ai playoff, anche se l’accesso alla post-season quest’anno è stato allargato alle migliori dieci squadre di ciascun girone. E sembra poter sorridere, ed è forse l’unica nella nostra terra, dopo le prime quindici giornate il Siracusa. La squadra sulla carta meno dotata tra le quattro che si sono schierate in questo girone C, una delle candidate quantomeno ad un posto ai playout tra le venti protagoniste del raggruppamento. Eppure, con cinque risultati utili e quattro vittorie nelle ultime sei gare, la formazione guidata da Sottil sembra quasi essere stabile verso il centro della classifica, con tre lunghezze di ritardo dalla zona playout ma anche con due soli punti da recuperare sull’ottavo posto.

A tremare, e neanche poco, sono il Messina e l’Akragas. I peloritani sembravano aver iniziato al meglio un’estate all’insegna della rivoluzione, ma l’esonero del tecnico Bertotto e l’addio del direttore sportivo Tosto aprono un baratro che viene ricucito in maniera piuttosto raffazzonata. L’operazione nostalgia, con l’arrivo in panchina di Totò Marra affiancato da Enrico Buonocore, non viene visto praticamente da nessuno come una soluzione definitiva, tanto che dopo nove giornate e con appena sette punti portati a casa arriva l’esonero e il conseguente arrivo dell’emergente Cristiano Lucarelli: due vittorie pesanti all’esordio, poi solo pareggi che rendono sempre più pericolante la situazione dei giallorossi, attualmente a ridosso della zona playout. Chi questa zona la occupa con stabilità, è il Gigante. L’inizio positivo della stagione è stata solo un’illusione per la squadra della Valle dei Templi, che ha vinto solo una delle ultime dieci partite ed è scesa vistosamente in classifica. La situazione dirigenziale, con le dimissioni “minacciate” dal patron storico Alessi e quelle annunciate via comunicato dall’azionista di maggioranza Giavarini, non aiutano la squadra, già debole di suo, ad ottenere risultati. E lo spettro dei Dilettanti diventa sempre più concreto.

A farci sorridere, come ormai succede da alcuni anni, sono solo le formazioni che militano in serie D. L’Igea Virtus sta dominando il proprio girone e sembra ormai candidarsi in maniera concreta per lo storico ritorno nel calcio che conta, dopo la presenza stabile in C2 a cavallo tra i due millenni, il fallimento e la ricostruzione. La Sicula Leonzio, affidata a una colonna del calcio meridionale come Ciccio Cozza, potrebbe fare suo un posto tra le squadre promosse a fine stagione tramite i playoff. Si rischia un mucchio selvaggio con addirittura sette squadre siciliane in Lega Pro, qualora al piano di sopra dovessero arrivare verdetti traumatici e a quello di sotto dovesse concretizzarsi la doppia festa a Barcellona Pozzo di Gotto e a Lentini. Ma sarebbe anche la rappresentazione di un fallimento a 360 gradi del movimento calcistico isolano, dopo anni bellissimi e sogni vissuti ad occhi aperti.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI