Da Pio La Torre a Totò Cuffaro| Caleca, un penalista all'Agricoltura - Live Sicilia

Da Pio La Torre a Totò Cuffaro| Caleca, un penalista all’Agricoltura

L'avvocato Nino Caleca

Di certo Nino Caleca è uno che con la politica, e soprattutto con i politici, si è confrontato parecchio. Ora l'incarico nel Crocetta ter.

PALERMo – Di certo Nino Caleca è uno che con la politica, e soprattutto con i politici, si è confrontato parecchio. E conosce bene pure la macchina burocratica. La sua è una conoscenza in punto di diritto. Non è poco: resta da capire se e come potrà spendere la sua riconosciuta preparazione di avvocato penalista in un assessorato come quello all’Agricoltura.

Nato a Pantelleria, cinquantanove anni il prossimo novembre, 34 dei quali trascorsi nella aule di giustizia. Oggi è, senza dubbio, uno dei più preparati legali del foro palermitano. I suoi meriti sono riconosciuti da tutti.

Caleca è cresciuto a pane e politica. Politica di sinistra, quando la sinistra aveva confini netti e distinguibili. E del Pci siciliano è stato dirigente con incarichi fino alla metà degli anni Ottanta. Gli anni segnati dalla morte del segretario Pio La Torre, assassinato nell’aprile del 1982. Caleca ha lavorato al fianco del politico che prima di ogni altro aveva capito che per sconfiggere davvero la mafia bisognava svuotarne i forzieri, colpendo i patrimoni. Al delitto La Torre Caleca ha dedicato anni interi di studio. Insieme al presidente della Lega Coop, Elio Sanfilippo, il penalista fu autore del saggio “Perché è stato ucciso Pio La Torre?”. I due autori scandagliavano la matrice politico-mafiosa dell’omicidio, puntando sulla pista che porta ai missili di Comiso. La Torre, infatti, guidava il movimento di opinione che si oppose all’installazione dei Cruise in Sicilia.

Abbandonata la politica militante, Caleca ha avuto il merito di non cucirsi addosso l’etichetta esclusiva di avvocato “comunista”. O meglio, di dimostrare la sua capacità di stare come pochi altri nel processo. E i primi a capirlo sono stati proprio i politici. Basta scorrere l’elenco dei suoi “clienti” per comprendere quanto “trasversale” sia stato il suo impegno professionale. A cominciare da Totò Cuffaro (“Non c’è prova – disse Caleca nelal sua accorata arringa – che Cuffaro abbia appreso le informazioni riservate e che le abbia poi trasmesse. Non c’è comunque prova che egli volesse agevolare e favorire Giuseppe Guttadauro e MIchele Aiello”. L’elenco prosegue con Calogero Mannino, Alessandro Pagano, Lino Leanza, Nino Dina (di certo non si tratta di politici “rossi”), fino ad Antonino Fontana ex sindaco di Villabate, lui sì “rossissimo”. Ed ancora, dirigenti e funzionari regionali.

Insomma, Nino Caleca sa quanto possa essere “pericoloso” muoversi all’interno della pubblica amministrazione. Infine, nella seppure veloce carrellata di una lunga carriera professionale, resta da citare l’impegno di Caleca come avvocato dell’ordine dei giornalisti di Sicilia e di tanti cronisti. Adesso l’Agricoltura nel Crocetta ter. Di sicuro, una sfida.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI