Calenda: "Sicilia, no ai padroni dei voti. Chinnici? Magari torna col Pd"

Calenda: “Sicilia, no ai padroni dei voti. Chinnici? Magari torna col Pd”

Commenti

    Io non voto per nessuno di loro…

    Condivido in pieno ogni parola di Calenda che rispecchia la maggioranza dei Siciliani mi riferisco a quella silenziosa che non ha il coraggio di esprimere il suo pensiero. In Sicilia siamo nel neo feudalesimo dove i politici in auge si comportano da feudali trattando i siciliani come sudditi che stupidamente e per paura o per ottenere favorì gli stanno dietro abbassando la testa. I siciliani non sono liberi tra mafia e politica feudale vengono stritolati. Stiamo ancora dietro a Cuffaro e questa è la dimostrazione di quanto siamo rimasti servili.

    Calenda contro tutti anche contro se stesso probabjlmente. Mi sembra un grillino di nuova leva. Io sono io e tutti gli altri non sono nessuno. Che politica balorda

    Vorrei conoscere il pensiero di Calenda sul ponte sullo stretto di Messina .
    Grazie

    La politica ha fatto cose grandissime? E chi le ha fatte? Forse ferrandello che al momento di raggiungere il traguardo della sua vita, diventare assessore, ti ha mollato subito? Ehhh calenda calenda pollo pollo!!

    Calenda sul ponte ha detto di non essere contrario, ma al tempo stesso che ci siano altre priorità.

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E allora? Dov'è la notizia se tutto rientra nella norma. Ebbene, questo è il mese dell'ipocrisia (avete presente la valanga di "auguri" urbi et orbi?), quindi ci sta tutto e calza a pennello lo stupore per il "caro voli" che, invece è un fatto ordinario e ricorrente. Che Natale sarebbe senza l'albero, il presepe, il panettone e i politici che si stracciano le vesti per il caro voli? E, ovviamente, l'informazione che torna a battere sugli stessi tasti, stavolta con la piccola variante del concorso. Ok, tranquilli, passerà. Ma tornerà puntualissimo a Pasqua, insieme alla colomba e alle uova. Insomma, qual è la novità?

Dopo quarant’anni di precariato strutturale, presentare l’aumento delle giornate lavorative come una “svolta storica” appare non solo insufficiente, ma profondamente offensivo per migliaia di lavoratrici e lavoratori forestali. Portare le giornate da 151 a 174, da 101 a 124 e da 78 a 101 non è una riforma: è l’ennesimo rattoppo su una ferita che la politica regionale sceglie consapevolmente di non curare. Si continua a parlare di “passo avanti” e di “gestione sostenibile del territorio”, ma si evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la stabilizzazione di chi da decenni garantisce la tutela dei boschi siciliani in condizioni di precarietà permanente. Migliaia di operai che ogni anno vengono richiamati al lavoro, formati, utilizzati e poi rimandati a casa, senza certezze, senza dignità, senza futuro.Dopo 40 anni, non è accettabile che la Regione Sicilia consideri un aumento di qualche settimana lavorativa come una concessione straordinaria. Non è rispetto, non è valorizzazione del lavoro, non è programmazione. È solo il rinvio dell’ennesima riforma annunciata e mai realizzata.Si parla di sostenibilità ambientale, ma non esiste sostenibilità senza sostenibilità sociale. Non si può difendere il territorio continuando a tenere in ostaggio chi quel territorio lo cura ogni giorno. La vera riforma sarebbe uscire definitivamente dal bacino del precariato, riconoscendo diritti, stabilità e dignità a lavoratori che hanno già ampiamente dimostrato il loro valore.Dopo quattro decenni di attese, promesse e sacrifici, questo emendamento non rappresenta un traguardo: rappresenta l’ennesima occasione mancata. E soprattutto, una grave mancanza di rispetto verso chi chiede solo ciò che gli spetta.

Cateno De Luca sforna nuovi movimenti e partitini con la stessa velocità e noncuranza con cui passa dalle invettive agli apprezzamenti per tornare di nuovo alle invettive. Le vicende che lo hanno visto altalenante nei rapporti con l'ologramma e la banda bassotti politica ne sono la prova. Attualmente il pendolo è tornato ad oscillare a sinistra, ma quelli non ne vogliono sapere e di tentare un'altra avventura in solitaria non è cosa. Perciò il soggetto si agita e prova a restare al centro dell'attenzione mediatica non potendo essere al centro della scena politica. Come gli finirà lo vedremo, ma la credibilità politica è uscita fortemente minata dalle tante scelte sbagliate che si stanno "mangiando" anche l'aura di bravo amministratore sulla quale ha fatto sempre affidamento.

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