Il settore dei call center in outsourcing, cioè in appalto, rischia di subire una forte contrazione dei posti di lavoro in seguito alla delocalizzazione. “Da qualche anno assistiamo – dichiara Rosalba Vella, Segretaria Provinciale Slc Cgil con delega ai call center – a uno spostamento progressivo delle chiamate gestite in aziende che si trovano al di fuori del territorio italiano, in zone quali l’Albania, la Romania, la Tunisia, l’India, il Brasile, la Cina e l’Indonesia, dove la manodopera costa meno di quella italiana mentre diritti e tutele sono senza cittadinanza”.
“Dopo l’era delle stabilizzazioni figlie della circolare Damiano – continua Vella – migliaia di lavoratori a progetto sono stati assunti con un contratto part time a tempo indeterminato, e le aziende hanno beneficiato per questo di incentivi e sgravi fiscali elargiti dallo Stato Italiano, ma in realtà la durata del contratto potrebbe essere più breve di quanto previsto. Questo sistema mette in competizione i lavoratori, riducendo il lavoro a merce di scambio, perdendo inoltre in qualità e sicurezza dei dati sensibili, come ad esempio le carte di credito degli utenti”.
“La Slc Cgil di Palermo”, continua Maurizio Rosso, Segretario Generale dell’organizzazione sindacale, “proseguirà nell’attività di denuncia di questi fatti e metterà in campo tutte le iniziative volte a difendere i diritti e i posti di lavoro di migliaia di lavoratori nel territorio palermitano”. E’ già iniziata una raccolta di firme e di volantinaggio nelle aziende interessate da questo fenomeno (Almaviva Contact S.p.A., Accenture S.r.l., 4U Servizi) e nelle strade di Palermo, dove è stato predisposto un presidio con un Gazebo informativo, dall’11 al 15 giugno, dalle ore 10 alle ore 19 in via Magliocco, angolo via Ruggero Settimo. Inoltre, la Slc Cgil Palermo attiverà un tavolo specifico con le istituzioni