PALERMO – L’effetto domino è partito. Con la firma sul decreto che ha assegnato i seggi per la riforma delle Camere di commercio e con la nomina dei sindaci delle Città metropolitane, Rosario Crocetta ha dato anche il via libera al “risiko” degli aeroporti siciliani. Toccherà ai nuovi organi, infatti, gestire la privatizzazione degli scali di Palermo e Catania. E la partita si giocherà anche in base ai rapporti di forza che verranno fuori dalle elezioni dei vertici di governo delle nuove Camere di commercio.
La riforma delle Camere di commercio
La nuova normativa prevede che le vecchie sedi provinciali si fondano in tre grandi enti. La fusione riguarderà gli organismi di Palermo e di Enna; Agrigento si unirà a Caltanissetta e Trapani; la terza Camera di commercio metterà insieme gli enti di Catania, Ragusa e Siracusa. Resta fuori dalle fusioni Messina, che rimane una camera di commercio a se stante.
L’aeroporto Falcone-Borsellino
Sull’aeroporto di Palermo a fare la voce grossa sarà sicuramente Leoluca Orlando, che con la nomina a sindaco metropolitano controllerà circa il 70 per cento della Gesap, società che gestisce lo scalo di Punta Raisi. Orlando che non ha mai nascosto la sua contrarietà alla privatizzazione del Falcone-Borsellino. Nelle scorse settimane, replicando alle dichiarazioni del sottosegretario ai Trasporti Simona Vicari (Ncd), il professore aveva detto a chiare lettere che “l’aeroporto resterà pubblico. Giù le mani dallo scalo”.
Ma le pressioni in senso contrario non mancherebbero. Tra i soggetti interessati all’acquisizione del pacchetto di maggioranza dello scalo palermitano, secondo il quotidiano La Repubblica, ci sarebbe Marco Carrai, imprenditore vicinissimo a Matteo Renzi e presidente di Toscana aeroporti, società che gestisce gli aeroporti di Firenze e Pisa. Dietro Carrai si celerebbe Eduardo Eurnekian, che di Toscana aeroporti possiede la maggioranza, e che in Sicilia gestisce l’aeroporto di Birgi. Il sogno dell’imprenditore argentino sarebbe la realizzazione di un hub proprio tra gli scali di Palermo e Trapani. Quote alla mano, un ruolo marginale nella partita relativa agli aeroporti avrà la nuova Camera di commercio di Palermo e Enna. Aperta la partita per la guida del nuovo ente, dove il presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese sembra favorito sul presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio.
L’aeroporto di Catania
Se nella vicenda dello scalo di Palermo il ruolo delle Camere di commercio non si prospetta rilevante, decisivo invece sarà il risultato delle elezioni nell’ente che riunirà Catania, Ragusa e Siracusa. Ente che avrà la maggioranza della Sac, la società che gestisce lo scalo di Fontarossa, e che sulla base della composizione dei seggi, dovrebbe essere presieduto da Pietro Agen, presidente di Confcommercio Catania. Interessati all’aeroporto etneo, sempre secondo La Repubblica, vi sarebbero il gruppo che fa capo a Vito Gambareale e il gruppo Benetton.