"Nel Pdl spettacolo indecoroso| Grosse koalition? Perché no" - Live Sicilia

“Nel Pdl spettacolo indecoroso| Grosse koalition? Perché no”

L'ex sindaco di Palermo  analizza il risultato del Pdl alle Regionali. "La sconfitta è il risultato del mancato accordo con Micciché". E su Orlando aggiunge: "Ha avuto un atteggiamento scandaloso nei confronti del teatro Massimo".

Intervista a Diego Cammarata
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Diego Cammarata

PALERMO – “Grosse koalition anche in Sicilia? Non ci vedrei nulla di strano a ripetere anche qui quanto si sta facendo al governo nazionale”. Diego Cammarata, ex sindaco di Palermo in quota Pdl, analizza il post voto del suo partito e guardando al futuro non esclude la possibilità di ampie convergenze all’Ars con il neo governatore Rosario Crocetta. E sul suo successore, Leoluca Orlando, dice: “I problemi, come si vede, non erano legati alla precedente amministrazione ma ai tagli nazionali e regionali. Sul teatro Massimo Orlando ha un atteggiamento scandaloso. La Gesip? Il governo dovrebbe essere vicino al sindaco”.

Partiamo dai risultati delle Regionali. Il suo candidato, Giuseppe Milazzo, non ce l’ha fatta per una manciata di voti ed è risultato il primo dei non eletti, superando altri candidati più quotati alla vigilia. Possiamo parlare di una piccola rivincita?
“Guardi, per quanto mi riguarda i miei oppositori politici se la sono sempre cantata e suonata da soli e alla fine ho sempre dimostrato che avevo ragione. Ha visto come è finita con il famoso buco di bilancio del Comune? Orlando ha approvato il mio rendiconto e ha dovuto ammettere che c’erano sei milioni di avanzo. Le rivincite, comunque, si prendono quando c’e stata una precedente sconfitta. Io non ho mai perso e i candidati da me sostenuti hanno avuto sempre grandi affermazioni. Piuttosto mi dispiace perché ancora una volta siamo riusciti a perdere nonostante ci fossero le condizioni per vincere”.

Nel Pdl è partita la caccia al colpevole: Cascio ha criticato i dirigenti, tra cui Castiglione, Formica e Firrarello se la sono presa con l’ex presidente dell’Ars. Insomma, il suo partito appare in confusione…
“Stiamo assistendo ad uno spettacolo indecoroso che somiglia più ad un regolamento di conti piuttosto che ad un dibattito politico. Non mi sento di prendere le parti di nessuno ma Castiglione ha certamente guidato il partito con un taglio da proporzionalista che indubbiamente non ha giovato alle strategie e ai risultati del Pdl. Non c’è niente di strano, ognuno ha le sue caratteristiche e le sue tendenze”.

Allora ha ragione Cascio?
“Cascio ha posto un problema che solo i ciechi non vogliono vedere. Solo che lo fa a suo modo, con supponenza e in maniera autoreferenziale esponendosi a repliche che, come quella di Formica, hanno il loro fondamento. La sconfitta è il risultato del mancato accordo con Micciché e Cascio, in questa decisione, ha certamente fatto la sua parte e questo dopo un esplicito richiamo all’unità da parte del presidente Berlusconi. Non mi pare però che Castiglione abbia titolo per recriminare. Con un minimo di buon senso, si sarebbe compreso che non c’erano alternative all’accordo con Miccichè. Queste sono cose che ho detto in estate in un’intervista. Non è una opinione con il senno del poi”.

Come vede il futuro del Pdl dopo questa sconfitta in Sicilia?
“Il Pdl in Sicilia, da tempo, si muove in maniera estemporanea, quasi navigando a vista. Non c’è proposta politica e non riusciamo ad alimentare alcun dibattito nel quale prendere posizione sui temi di interesse della gente. Il Pdl è però ancora la più importante espressione del centrodestra sia sotto il profilo della percentuale dei suoi elettori e sia soprattutto per i valori di cui il nostro partito si è sempre fatto portatore. Adesso ci sono le primarie e sono l’occasione per un rilancio nel Paese e in Sicilia. Sono certo che Angelino Alfano vorrà coglierla coinvolgendo i quadri del partito che hanno dimostrato di avere qualità e consenso”.

Su cosa dovrebbe puntare il Pdl?
“La questione morale innanzi tutto che non credo debba fermarsi alla dichiarazione di onestà di ciascuno di noi, ma che deve rappresentare un modello di amministrazione che poi ne sia concreta espressione. Un taglio deciso della spesa pubblica e un utilizzo corretto, pieno e produttivo delle risorse europee. Il bilancio della Regione è in stato comatoso e va risanato con rigore affrontando dolorosi sacrifici. Ma come sarà possibile proporre sacrifici se non si partirà da una rottura decisa, senza ambiguità, con il passato e con un compiacente modo di governare fatto di privilegi e clientele? La Sicilia non è in condizione di reggere alcun compromesso. Non c’è più posto per consulenti, prebende e tabelle H. Il Pdl dovrà essere protagonista di queste proposte e se è il caso sostenere lo stesso Crocetta in questo percorso”.

E’ possibile ipotizzare una convergenza trasversale all’Ars su alcuni temi?
“Più che convergenza trasversale, direi una convergenza. E’ un momento talmente delicato per la storia del Paese e della Sicilia, che sui temi che riguardano l’interesse della collettività, specie quelli che hanno come obiettivo la difesa dall’aggressione della crisi economica, non ci possono essere dubbi”.

Qualcuno parla di grosse koalition. Lei sarebbe contrario?
“Nessuno può badare al proprio orticello, è un momento in cui per uscire da questi problemi serve un programma di lungo termine e una visione strategica importante in cui tutti sono chiamati alla responsabilità. Non ci vedrei nulla di strano a ripetere anche qui quanto si sta facendo al governo nazionale”.

Andiamo alla città di cui è stato sindaco, ovvero Palermo. I problemi sembrano essere rimasti…
“Sì, però anche qui non mi pare che l’opposizione svolga un ruolo di attiva partecipazione alla vita amministrativa. Nella nostra città sembrava che tutti i problemi erano legati alla gestione della precedente amministrazione e adesso, caso per caso, si scopre che il problema è la mancanza di risorse che vengono meno dallo Stato oppure che il Comune non c’entra nulla e la responsabilità è del governo nazionale o di quello regionale, mentre non si capisce come mai prima era invece solo responsabilità dell’amministrazione comunale. Non c’è nessuno però che fa sentire la propria voce e afferma con fermezza la verità delle cose a cominciare dallo scandaloso atteggiamento di Orlando nei confronti del teatro Massimo”.

Antonio Cognata lo ha nominato lei…
“Quando ho nominato Cognata neanche lo conoscevo, per me era un professionista che era stato segretario generale durante la sindacatura Orlando e che aveva, in quell’occasione, ben operato. Era necessario, in quel momento, trovare qualcuno che fosse in grado di risolvere e gestire una situazione delicata in un settore delicato, in crisi in tutta Italia. E soprattutto trovare soluzioni che armonizzassero la spesa con il risultato artistico. Cognata ha raggiunto questo risultato in modo egregio, basta leggere i giornali nazionali. Il mio è un giudizio sui fatti, ampiamente condiviso dal Corriere come dal Sole24ore e dalla Stampa, o dalle riviste di settore”.

Continua a tenere banco il caso Gesip, che molti addebitano ancora alla sua amministrazione…
“Non credo ci sia palermitano che non sappia che le origini di Gesip e di tutto il bacino dei precari sono state opera di Orlando e sono cristalizzatte in documenti del Comune. Fu una risposta sbagliata a un problema vero, adesso non vorrei che ci fosse un’altra risposta sbagliata ad un altrettanto vero problema. Il vero tema è che Gesip è un problema serio che va affrontato con serietà e responsabilità. Io non sono tra quelli che sperano che il problema non si risolva. Comprendo le difficoltà, ma credo che il governo nazionale e quello regionale dovrebbero sostenere il sindaco in questa delicata situazione”.

 


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