PALERMO – “Il Cantiere Navale di Palermo sta esaurendo i suoi carichi di lavoro. In questo momento si prospetta la chiusura delle singole officine, la prima si ferma a metà giugno, e nessuna nuova commessa si intravede. Mentre Fincantieri ha assegnato a tutti gli altri suoi cantieri navi da costruire e da riparare, il cantiere di Palermo si trova su un binario morto. E’ l’unico ad essere rimasto senza lavoro. Un dato, in assoluta controtendenza, che non accettiamo, anche perché ci sono in corso investimenti per la realizzazione di nuovi bacini. Le istituzioni intervengano subito, convocando l’amministratore di Fincantieri a Palermo”.
A denunciare la drammatica situazione del Cantiere Navale di Palermo sono il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo e la segretaria della Fiom Cgil di Palermo Angela Biondi. L’allarme è stato lanciato oggi mentre erano in corso i lavori al San Paolo Palace Hotel, con i quadri della Cgil riuniti a Palermo per discutere di infrastrutture per la Sicilia e delle priorità per il rilancio del Sud. Sul tema della mancanza di commesse che pregiudica il futuro del Cantiere Navale di Palermo, la più grande industria cittadina, Enzo Campo e Angela Biondi chiedono un incontro urgente al presidente della Regione Rosario Crocetta e al sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “Serve un chiarimento immediato. E’ necessaria la convocazione a Palermo dell’amministratore delegato di Fincantieri da parte delle istituzioni per far sì che anche a Palermo si ristabiliscano le stesse opportunità di crescita e si determinino le stesse garanzie produttive degli altri cantieri italiani”.
A chiudere a metà giugno sarà la prima officina, che sta ultimando la lavorazione di trenta tubi di una nave. A seguire terminerà i lavori la seconda officina che sta completando il taglio delle lamiere per una nave in lavorazione al cantiere di Monfalcone. Di fatto i Cantieri Navali di Palermo, che fino al 2010 svolgevano tre missioni produttive (riparazione, trasformazione e costruzione navale), dando lavoro a quasi 3 mila operai, oggi lavora a scartamento ridotto svolgendo solo le funzioni officina per la lavorazione di pezzi di navi, da assemblare poi in altri cantieri italiani. La Cgil chiede un’inversione di rotta, anche perché al Cantiere di Palermo sono in corso i lavori di bonifica al bacino da 150 mila tonnellate, fermo dagli anni Ottanta. E ci sono 70 milioni di euro, nel decreto Sblocca Italia, previsti per i cantieri, che potrebbero essere utilizzati per completare l’opera. Inoltre Fincantieri aveva manifestato la sua disponibilità a investire altri 10 milioni per realizzare gli impianti accessori del bacino di carenaggio in questione. Inoltre, in via di definizione nel mese di giugno c’è l’accordo di programma per il bacino da 80 mila tonnellate. “Con questi due bacini – aggiungono Enzo Campo e Angela Biondi – Palermo potrebbe diventare il primo cantiere in Europa per la realizzazione di navi per l’offshore e di navi da crociera. Con queste due gradi opere, si potrebbe dare una risposta occupazionale anche al settore dell’edilizia, che si trova in piena crisi”. Mentre il cantiere di Palermo rischia di ripiombare negli anni bui già vissuti nel 2012, prima del lungo periodo di cassa integrazione, gli altri cantieri italiani smaltiscono una enorme mole di lavoro che garantirà il futuro di alcuni siti anche per una decina d’anni.