PALERMO – L’Ars dà il via libera alla legge (un articolo appena) che potrebbe segnare la svolta per i Cantieri navali di Palermo. La norma, infatti, consentirà alla Regione di stornare 50 milioni di euro precedentemente impiegati per due gare per la ristrutturazione dei due bacini esistenti di 19mila e 52mila tonnellate. Gare svolte e aggiudicate alla Cimolai, ma il cui contratto non è mai stato firmato dando anche vita a un contenzioso.
La Regione, infatti, ha deciso di impiegare le somme per la costruzione di un bacino da 90mila tonnellate, che aggiungendosi a quello da 400mila e a quello da 150mila interessato da una bonifica (e che dovrebbe essere ristrutturato con fondi statali) permetterebbero ai Cantieri di Palermo di puntare all’off shore. Ficantieri, del resto, è stata chiara: il capoluogo siciliano deve mirare all’off shore, altrimenti chiuderà. I sindacati hanno chiesto a più riprese all’Ars di intervenire per salvare i 500 operai e oggi Sala d’Ercole ha risposto.
I 50 milioni di fondi europei però non basteranno: adesso si dovrà siglare un patto tra Regione e Ministero per la cantieristica e, tramite il project financing, trovare altri 30 milioni privati. I due bacini, per i quali sono stati stornati i fondi, potrebbero essere alienati con buona pace della Cimolai, che si è vista dar torto anche dal Tar.
“Grazie a questo disegno di legge, Palermo potrà realizzare un nuovo bacino che consentirà nuove importanti opportunità nel campo della riparazione e della trasformazione: missioni strategiche per i Cantieri navali, una nuova importante occasione di crescita e di occupazione per Palermo”. Lo dice Antonello Cracolici, presidente del gruppo Pd all’Ars, a proposito dell’approvazione del disegno di legge sui “lavori nei bacini di carenaggio nel porto di Palermo”, che sblocca un finanziamento da circa 50 milioni per il porto del capoluogo siciliano. “Il Partito Democratico ha voluto e sostenuto questa legge – aggiunge Cracolici – ci siamo impegnati per raggiungere questo risultato”.
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