Sanità siciliana, cara assessora Faraoni...

Cara assessora Faraoni, ci dia una Sanità che non abbandoni nessuno

Gli ultimi casi di cronaca sono raggelanti. L'appello
GLI ULTIMI CASI IN SICILIA
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Cara assessora Daniela Faraoni, non sappiamo come si evolveranno gli ultimi dispacci della Sanità. Ma già la conoscenza di certi dettagli, perfino con tutte le cautele possibili, provoca uno sgomento necessario.

Riassumiamo i recenti casi, in cima a una serie di eventi dolorosissimi che abbiamo raccolto.

C’è la storia dell’insegnante Maria Cristina Gallo che ha dovuto aspettare otto mesi prima di ottenere l’esame istologico dall’Asp di Trapani.

“Ormai il male è stato compiuto – ha detto la protagonista, suo malgrado – la mia battaglia non è né rancore e né rabbia ma è solo per cambiare le cose affinché si possa garantire un’ottima sanità in futuro per i nostri figli”.

C’è poi l’altra triste vicenda di Paolo Robino, 74 anni, ex infermiere di Salemi, morto prima che arrivasse l’esito degli esami.

Sono notizie, secondo la cronaca fin qui disponibile, che offrono un’immagine raggelante della sanità siciliana, ben oltre le migliori intenzioni e l’impegno profuso.

Raccontano, fino a prova contraria, un panorama di abbandoni subiti da persone che vivono un grado estremo di sofferenza, nella lotta quotidiana contro la malattia. Mentre resta ancora complessa la questione dell’assistenza offerta ai malati, in Sicilia.

Cara assessora, abbiamo letto le sue parole: C’è la massima attenzione del presidente della Regione su una situazione che ci addolora per i disagi causati a pazienti che già vivono, per il loro stato di salute, in condizioni di grande fragilità”.

“Abbiamo il dovere di intervenire con fermezza per garantire ai cittadini risposte chiare e tempestive – ha poi detto -. L’indagine condotta dagli ispettori dell’assessorato dovrà consentire di valutare le cause delle criticità e, soprattutto, individuare l’organizzazione più funzionale ad esitare gli esami con la massima celerità. I risultati dell’ispezione saranno resi pubblici”.

“Le direzioni generali sanitarie e amministrative – ha aggiunto – devono provvedere ad adottare tutte le azioni necessarie nei tempi opportuni per evitare che si generino situazioni come queste che inducono il cittadino alla perdita di fiducia”.

Infatti, non può esserci che suprema sfiducia in chi legge quegli ultimi dispacci, specialmente se deve combattere la sua battaglia.

Cara assessora Faraoni, lei ha – ne sarà al corrente – la fama di una persona risoluta, variamente interpretata secondo antipatie o simpatie. Ma chiunque le riconosce la capacità di scegliere e procedere.

Questo è verosimilmente il motivo per cui è stata incardinata nel suo nuovo ruolo. In tempi di ‘guerra’ (nel senso dei problemi e delle trincee, pure in un contesto sopravvissuto, di friabile di pace) ci vuole una assessora ‘guerriera’.

In una chiacchierata di qualche anno fa, sempre lei ritagliava una risposta secca e definitiva sui suoi obiettivi, da responsabile dell’Asp di Palermo: “Curare i siciliani in Sicilia e farlo al meglio”. Ecco l’occasione per confermare l’impegno. Ci dia (finalmente) una Sanità che non abbandoni nessuno.


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