"Cara ministra, vogliamo stare in presenza senza rinunciare alla dad" - Live Sicilia

“Cara ministra, vogliamo stare in presenza senza rinunciare alla dad”

L'appello dei rappresentanti degli studenti alla ministra dell'Università

Cara ministra Maria Cristina Messa, cari Magnifici Rettori, cari docenti,

Vi scrivo questa lettera aperta perché è compito di un rappresentante farsi portavoce delle esigenze di tutte le studentesse e degli studenti che mi hanno scelta per rappresentarli all’interno delle sedi istituzionali universitarie. È compito mio raccogliere le loro istanze e farle presenti, cercando di non lasciare mai indietro nessuno.
La pandemia ci ha messi di fronte ai nostri limiti, ci ha spinto a migliorarci ma allo stesso tempo ci ha messi di fronte ad una realtà innegabile: le differenze sociali. Ognuno è diverso, ha un diverso vissuto ma quello che ci accomuna tutti è la fame di cultura che gli studenti universitari hanno, la voglia di crescere, di formarsi, di confrontarsi, di migliorarsi, di partecipare attivamente alla vita universitaria.


Durante questo periodo l’Università di Catania non si è mai fermata. In pochissimo tempo, infatti, l’Ateneo è stato in grado di attivare un piano straordinario di didattica a distanza che ha consentito a tutti gli studenti, sia durante il periodo del primo lockdown, sia nelle successive fasi di riduzione della didattica in presenza, di frequentare proficuamente tutti i corsi di studio, di sostenere esami, di laurearsi e di svolgere i tirocini, senza alcuna interruzione rispetto al calendario didattico. E questo è sicuramente Ed esclusivamente merito degli organi dell’ateneo che, lavorando in sinergia e in perfetta in, sono riusciti a fronteggiare con successo questo periodo pandemico. Nessuno è rimasto indietro e soprattutto vi è stato un notevole incremento di partecipazione da parte degli studenti e delle studentesse che – per diversi motivi quali ad esempio lavoro, famiglia, condizioni economiche o di salute – prima non poteva partecipare al cento percento all’attività universitaria.


So per certo che l’attività in presenza possiede un valore aggiunto, in molti vogliamo tornare in presenza, vogliamo vivere l’università nella sua totalità. Vogliamo guardare negli occhi un docente che ci trasmette le sue conoscenze, che ci racconta la sua realtà e vogliamo confrontarci, valorizzando i nostri punti di vista, vogliamo dialogare con il collega tra una lezione e un’altra, vogliamo studiare e apprendere in quei meravigliosi luoghi, patrimonio inestimabile, che sono le sedi universitarie dell’università di Catania e tutte le università d’Italia.
Non è la DAD che rende l’università un’università telematica, perché all’università pubblica non potrà mai sostituirsi un susseguirsi di videochiamate fredde e distanti.


Ma il mondo si evolve, le nuove tecnologie ci permettono quotidianamente di avere a portata di mano degli strumenti che ci permettono di superare i nostri limiti, di ampliare i nostri orizzonti. Dovremmo tentare di stare al passo con l’innovazione perché è proprio l’università sede della ricerca e del progresso e se non lo mettiamo in pratica noi, chi deve farlo? Se non guardiamo all’evoluzione, al progresso, se non facciamo di tutto per superare i nostri limiti, per puntare ad una totale inclusività di tutte e tutti nel mondo universitario e della conoscenza, se non mettiamo in pratica noi stessi i principi dell’evoluzione e del progresso, allora di chi è compito? E, se non ora, quando?

Abbiamo tutti bisogno di tornare alla normalità. Ma adottare i nuovi strumenti informatici come integrazione alla didattica (quindi fornire registrazioni delle lezioni agli studenti e alle studentesse che per i motivi elencati prima non possono partecipare agli orari prestabiliti alle lezioni, permettere a tutti una didattica completa e inclusiva) porterebbe un notevole incremento di partecipazione e di interazione con la didattica universitaria di tutti gli studenti e le studentesse e ne abbiamo vissuto i benefici durante questo periodo emergenziale, seppur con tutte le difficoltà del caso.
La mia è una richiesta dettata da esigenze reali dei miei colleghi, augurandomi che, in una società che lascia indietro chi non riesce a stare al passo, il luogo dove si formano giovani menti guardando al futuro, sia più attento alle esigenze di un gruppo, perché anche quest’ultimo fa parte della totalità.
Il futuro e il progresso non devono farci paura ma devono semplicemente spronarci a fare di più perché possiamo e dobbiamo farlo.


Auspichiamo tutti un pronto ritorno alla normalità e noi in primis stiamo attuando un grande lavoro di sensibilizzazione per quanto concerne la campagna vaccinale, invitando i nostri colleghi e le nostre colleghe a fare la propria parte.
Augurandomi che la mia, anzi, nostra richiesta venga accolta e che l’ateneo e le istituzioni per lo meno sensibilizzino i docenti a sfruttare i nuovi strumenti digitali per dare la possibilità a tutte e tutti di partecipare attivamente a questo percorso di crescita che ci dà tante opportunità e tante prospettive, vi ringrazio per l’attenzione che ci darete, speranzosi che le voci di noi giovani vengano ascoltate, perché abbiamo voglia di crescere, voglia di futuro, tutti insieme.

Semplicemente, chiediamo di guardare al futuro e di stare al passo col progresso. Superiamo i nostri limiti. È nostra prerogativa alla quale non possiamo sottrarci.

Claudia Mirabella, ass. Nike


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