Caro Matteo, lo so che non leggi | Ma se per caso leggi... - Live Sicilia

Caro Matteo, lo so che non leggi | Ma se per caso leggi…

Marina Fontana, dopo l'incidente che le ha portato via Roberto (una storia dolorosa che abbiamo raccontato) torna a lanciare un appello per nuove leggi e una nuova giustizia. Stavolta scrive a Matteo Renzi.

Caro Matteo Renzi, forse non leggerai mai la mia lettera, ma ti rendi conto di quanto sia difficile per voi politici mantenere le promesse? Si parla da anni dell’omicidio stradale. Adesso sei tu al governo, quanto ci metterai a portare l’argomento nei luoghi consoni in cui deve essere affrontato?

Io sette mesi fa non avrei mai pensato di voler essere in prima linea e di voler così fortemente vincere questa battaglia, consapevole che per me è Roberto non avrà validità, il penale non è mai retroattivo. So che è una battaglia che non mi ridarà il mio Roberto, so che non mi ridarà la mia vita felice, non mi ridarà quello che ho perso, non sono assetata di vendetta, non voglio diventare carnefice come il mio carnefice, ma desidero con tutta me stessa che la mia eterna sofferenza, che il mio essere rimasta vedova ad un anno di matrimonio, che la morte di mio marito, che la nostra improvvisa impossibilità di vivere la nostra storia d’amore, non sia stata vana, e che esista una legge che serva da deterrente, che esista una legge che dia pene certe, e giustizia…per coloro che utilizzano la macchina come una pistola.

Quanti altri morti dobbiamo piangere senza avere una Giusta legge a combattere chi ha ucciso? Quanti altri assassini potranno circolare liberamente, senza alcuna punizione, e non parlo di vendetta, prima che la Giustizia Italiana si convinca che le attuali leggi in vigore non ci difendono da chi uccide in un incidente stradale? Alcuni giorni fa lo sconforto aveva preso il sopravvento, dopo aver capito che anche questa volta il tempo era scaduto e la promessa del Ministro, di istituire il reato di omicidio stradale entro gennaio non era stata mantenuta, mi era sembrato solo uno slogan per fare rumore per qualche giorno, da far cadere nel dimenticatoio, tanto in Italia abbiamo tanto di cui lamentarci… E invece no, non posso mollare, ho le mie ferite a ricordarmi che non si può mollare, che occorre metterci la faccia in prima persona , che bisogna fare qualcosa, anche se questo qualcosa servirà agli altri e non a me.

 

 


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