Caro Sindaco Orlando,
Abbiamo ricevuto con una certa soddisfazione la nota del tuo ufficio stampa che, in risposta al nostro reportage sullo sfacelo di piazza Magione, recitava: “Inviamo alcune foto scattate questa mattina in Piazza Magione per tranquillizzare i lettori di “LiveSicilia”. Negli ultimi giorni, su disposizione del sindaco, sono stati infatti effettuati lavori straordinari da parte del personale di Rap, lavori di riqualificazione della zona da parte del personale Coime, oltre ad operazioni interforze per il contrasto al fenomeno dell’abusivismo commerciale, l’ultimo eseguito ieri sera e fino a tarda ora. L’Amministrazione comunale assicura la cittadinanza che continuerà ad agire con rigore anche su piazza Magione che non può più considerarsi una zona franca per lo sviluppo dell’illegalità e dell’abusivismo commerciale”.
Il sorriso è durato lo spazio di qualche ora. Piazza Magione è tornata ad essere ciò che era, ciò che è sempre stata. Un bivacco di abusivi. Una micro-capitale dell’illegalità con le immagini simbolo di fili della luce volanti, alberi tagliati, etc etc…. L’inferno dei residenti. Il luogo in cui si fa scempio degli eroi civili che questa terra può esibire, con la lapide di Falcone ridotta ad appoggio di bicchieranti e banchetti, nello spazio in cui proprio Giovanni Falcone e Paolo Borsellino giocarono da bambini. Passato il 19 luglio, gabbato il santo laico, il ricordo del giudice massacrato in via D’Amelio con la sua scorta, la piazza è stata riconquistata dalle forze compatte che l’hanno fin qui tenuta sotto scacco. Lo documentiamo con un altro servizio che non lascia adito a dubbi. Ora, legalità e trasparenza vanno bene purché siano concrete e permanenti e non si riducano a un’operazione di pulizia straordinaria. La trasparenza funziona, finché non diventa così trasparente da sparire. La legalità è una virtù, quando viene assicurata giorno per giorno, ora per ora, non solo negli anniversari.
Caro Sindaco, c’è da ridare fiducia a una città smembrata, c’è da indicarle un cammino. Per riuscire nell’impresa è necessario che alle parole seguano fatti strutturali e decisivi. Altrimenti sarà difficile vivere a testa alta, da veri palermitani.