'Carthago', condanne definitive | Al boss Raccuglia 13 anni - Live Sicilia

‘Carthago’, condanne definitive | Al boss Raccuglia 13 anni

L'avvocato Enrico Tignini, difensore dell'unico assolto

Si conclude in Cassazione una tranche del processo nato dal blitz denominato Carthago che nel 2009 azzerò i clan che dominavano nel territorio compreso tra Partinico e Borgetto.

La sentenza in Cassazione
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PALERMO – Le condanne diventano definitive e restano pesanti. Si conclude in Cassazione una tranche del processo nato dal blitz denominato Carthago che nel 2009 azzerò i clan che dominavano nel territorio compreso tra Partinico e Borgetto.

La lista dei condannati si apre con il nome del boss Mimmo Raccuglia, capomafia di Altofonte, che in quella zona ha sempre fatto la voce grossa. Gli sono stati inflitti 13 anni. Condanne a nove anni ciascuno per Francesco Nania e Salvatore Corrao. Sei anni a Santo Musso e Giuseppe Giambrone.

L’unico assolto è Pietro Brugnano, difeso dall’avvocato Enrico Tignini. In primo grado aveva avuto cinque anni e l’accusa gli era stata derubricata da associazione mafiosa in concorso esterno. Poi, arrivò l’assoluzione in appello, adesso confermata dai supremi giudici. Nell’operazione Carthago, condotta dai carabinieri del gruppo di Monreale e coordinata dai pubblici ministeri Francesco Del Bene, Annamaria Picozzi e Roberta Buzzolani, era stata ricostruita la lunga catena di sangue per il controllo degli affari e delle estorsioni. In uno scenario segnato da omicidi, attentati e danneggiamenti, era emerso lo scontro per il potere fra i Nania-Giambrone e i Salto-Corrao. Non era una faccenda di poco conto. Basti pensare che i carabinieri in quell’anno sequestrarono ad un posto la lista degli imprenditori costretti a pagare il pizzo e 70 mila euro in contanti. Segno che gli affari andavano a gonfie vele.

A sovrintendere su tutto gli investigatori piazzavano Mimo Raccuglia, che nel 2009 finì di essere un imprendibile padrino di Cosa nostra. La polizia lo scovò in un appartamento di Calatafimi, nel Trapanese. Era suo il compito di tenere a bada un territorio da sempre riottoso al mantenimento della pax mafiosa. Tra il 2005 e il 2008 furono sei gli omicidi consumati e uno quello tentato.


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