CATANIA. A livello pratico – almeno al momento – non accade nulla. Salvo Pogliese rimane al suo posto come sindaco del comune di Catania. Però sicuramente un ‘peso’ la decisione della Corte Costituzione lo ha, sul piano politico e anche giurisdizionale. Per la Corte Costituzionale la legge Severino non ha profili di ‘illegittimità costituzionale’.
Con questa sentenza dunque è rigettata la questione di leggittimità sollevata dai giudici catanesi. La consulta scrive nero su bianco che “dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale” sollevate dal Tribunale ordinario di Catania in merito alla “sospensione” da sindaco di Salvo Pogliese dopo la condanna in primo grado per peculato. Il primo cittadino, infatti, aveva impugnato il provvedimento cautelare della Prefettura. Ricorso che aveva portato alla decisione – lo scorso anno – del Tribunale di sospendere la ‘misura cautelare’ in attesa proprio del parere della Corte Costituzionale su alcuni precisi profili della legge. Lo scorso 20 ottobre la Consulta era chiamata a decidere, anche sul caso di Genova. E oggi è stata pubblicata la sentenza che sarà notificata ai giudici di piazza Verga.
A questo punto la palla torna al Tribunale di Catania, che citerà le parti in udienza per decidere sull’applicazione della legge Severino. La sospensione, comunque, della durata di 18 mesi scade il prossimo gennaio 2022. La Corte Costituzionale ha ribadito che la sospensione è “una misura cautelare” e non una “sanzione”. Ed è proprio su questo che potrebbe giocarsi l’epilogo della vicenda processuale.
La dichiarazione di Pogliese
“Apprendo e accolgo con serenità il pronunciamento della Corte Costituzionale che, di fatto, legittima quella parte della legge “Severino” che il Tribunale di Catania aveva chiesto di esaminare”, questo il commenta a caldo del Sindaco Salvo Pogliese dopo la notizia della pubblicazione della sentenza della Consulta. “Anche stavolta per la sua concreta applicazione mi rimetto rispettosamente – aggiunge – al giudizio della magistratura ordinaria, visto che fu proprio il Tribunale etneo, esattamente un anno addietro, a reintegrarmi nelle mie funzioni dopo la temporanea sospensione”.
In attesa della definizione del procedimento, Pogliese ritiene di doversi dedicare al lavoro a Palazzo degli Elefanti. “Continuerò nel frattempo a lavorare svolgendo il ruolo di Sindaco per Catania e nell’interesse dei suoi Cittadini, incarico che con largo consenso sono stato chiamato a ricoprire. Ritengo, tuttavia, doveroso evidenziare – commenta ancora – che sulla legge Severino pende già un referendum abrogativo, ritenuto ammissibile dalla Corte di Cassazione, e diversi disegni di legge di modifica sono stati presentati in Parlamento. Da ultimo quello del Pd, partito a cui fa riferimento il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, che di recente è stato colpito da analogo sproporzionato provvedimento di sospensione, anch’egli a fronte di una sentenza di primo grado”.
Il sindaco evidenzia ancora una volta la sua serenità in quanto “sono certo, nel merito, che la mia condotta limpida e trasparente verrà accertata in ogni sede giudiziaria”. E conclude: “Ho fatto, lo ribadisco, una scelta d’amore verso la mia Città. Per questa ragione non sarà una legge profondamente ingiusta, come la ritengono illustri costituzionalisti ed esponenti di ogni parte politica, a farmi arretrare di un millimetro. Fino a quando sarò chiamato a farlo, rispetterò il mandato che mi è stato affidato dai Catanesi, con lo scrupolo e la coscienza di chi considera Catania la propria vita, la propria famiglia e, da Sindaco, la propria missione”.