Catania, Bianco incandidabile e il centrodestra non si Lega - Live Sicilia

Catania, Bianco incandidabile e il centrodestra non si Lega

Caos nella città etnea.
AMMINISTRATIVE
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PALERMO – Le comunali di Catania sono il tallone d’Achille del centrodestra siciliano. Il tavolo regionale è stato riaggiornato a mercoledì in attesa che venga fatto ufficialmente il nome del candidato di Fratelli d’Italia. Il nome in pole è quello dell’ex assessore Sergio Parisi anche se l’ultima parola spetterà a Giorgia Meloni (che starebbe tentando un forte pressing per vincere le note resistenze del deputato Manlio

Messina). 

Bianco, la sentenza che scompagina il quadro

L’ultima parola spetta a Roma. Con un occhio alle vicende locali: in primis l’incandidabilità dell’ex sindaco Enzo Bianco arrivata ieri sera al novantesimo minuto che va a scompaginare il quadro e aggiunge al mosaico un nuovo tassello con il quale fare i conti. “L’unità del centrodestra” rimane il mantra che si recita a tutte le latitudini e sotto tutti i vessilli ma la cronistoria del pomeriggio di ieri (con il semi-fulmine a ciel sereno della sentenza della Corte dei Conti) apre più di un punto di domanda.

Sudano in campo, la Lega fa quadrato

L’intesa trovata su Ragusa, Siracusa e Trapani, però, non è risolutiva come qualcuno sperava. “Il senso di responsabilità” della Lega, che a Siracusa e Trapani fa un passo indietro in favore della coalizione, non sarà “ricompensato” a data da destinarsi (le amministrative del prossimo anno). 

Lo ha messo subito in chiaro la coordinatrice regionale del Carroccio, Annalisa Tardino, ricordando agli alleati che a Catania i salviniani hanno messo sul piatto un nome di peso come quello della deputata Valeria Sudano. Il casus belli nasce da una serie congiunta di fattori: in primis, la suddivisione dei candidati nelle altre tre città capoluogo chiamate al voto che vedono un frontman in quota Forza Italia e due riconducibili alla compagine meloniana. E il riferimento al peso specifico della proposta salviniana lascia intendere che i leghisti si aspettano da FdI un nome di ari lignaggio.

I malumori degli autonomisti

Ad agitare le acque le dichiarazioni dell’autonomista Fabio Mancuso, braccio destro di Raffaele Lombardo, che ieri a margine del tavolo regionale non solo ha chiesto a Sudano un passo indietro ma ha esplicitato la preferenza per il Mpa per un qualsiasi candidato di Fratelli d’Italia. 

I bene informati parlano di un asse sempre più consolidato tra autonomisti, azzurri e meloniani suggellato da un accordo sulla presidenza della provincia di Catania in dote ai lombardiani. Sarò vero? Di certo c’è solo l’assenza del nome che sarà formulato in via della Scrofa. Il finale della storia si scriverà nei prossimi giorni. 


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