Catania, potere e aeroporto: Agen e il risiko delle dimissioni - Live Sicilia

Potere e aeroporto: Agen e il risiko delle dimissioni

Oggi il presidente di Confcommercio ha convocato i giornalisti
CAMERA DEL SUD EST
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CATANIA – Più o meno alle 17 di martedì 5 luglio una telefonata siracusana annunciava le dimissioni del presidente della Camera di Commercio del Sud Est Pietro Agen: il motivo poteva, o doveva, essere strettamente collegato a un ennesimo emendamento, presentato al Governo da Stefania Prestigiacomo, e collegato al decreto Aiuti (passato alla Camera il 7 luglio e atteso per il voto al Senato oggi lunedì 11).

Strano. Davvero strano che un emendamento in più, dopo i tanti vinti dalla governance della Super aCamera del Sud Est, potesse essere fonte di pensieri e rinunce. E in effetti le cose non stavano esattamente così e lo stesso Agen la mattina dopo dichiarava: “Le notizie che circolano sono assolutamente infondate”. Però la conferenza stampa indetta, proprio dal presidente, per le 10 di oggi nella saletta Platania della Camera di via Cappuccini, fa pensare che ci sia tanto che bolle in pentola. A cominciare dal fatto che la conferenza è stata indetta da Agen in qualità di presidente di Confcommercio e, anche, della Super Camera.

Allora ricominciamo dall’inizio. Martedì 5 c’era giunta in Camera di Commercio e uno dei punti all’ordine del giorno prevedeva l’approvazione formale dell’indirizzo strategico da comunicare al CdA della Sac SpA, la società di gestione dell’aeroporto di Catania. Un documento importante in vista dell’imminente incontro con Mediobanca, l’advisor che condurrà la privatizzazione dello scalo catanese. I punti da mettere nero su bianco non erano queste grandi novità, nulla, insomma, che non si sapesse già da tempo, tra cui: valore non inferiore a 1 miliardo di euro, un disciplinare per evitare aumenti di capitale successivi per garantire l’assetto societario degli enti pubblici, percentuali di azioni oggetto di cessione. Un indirizzo strategico che sarebbe dovuto passare all’unanimità e che invece ha trovato, tra i componenti della giunta, un ignaro (ma lo era davvero?) ragusano che chiedeva tempo. Più tempo di quello necessario ad arrivare preparati all’incontro ormai imminente.

Non è dato sapere se la richiesta ragusana sia stata davvero una dimenticanza o una strategia, ma questo ha influito pesantemente sulla giunta (che non si è conclusa) e sulle famose dimissioni del presidente Agen che ci ha detto di non averle presentate, ma la cui formalità è nota anche al presidente nazionale di UnionCamere. E c’è di più. Perché se queste dimissioni sono ancora in dubbio, ce n’è un’altra che è assolutamente certa: Riccardo Galimberti si è dimesso e il suo incarico, all’interno della giunta della Super Camera del Sud Est, si concluderà il prossimo 15 luglio.

Tutto questo a pochi giorni dalla fine naturale del mandato di questa governance che scade i primissimi giorni di settembre e che, magari, contava sulla privatizzazione dello scalo per mettere a segno almeno uno dei punti che si era prefissa insieme alla Scuola di alta gastronomia che si sarebbe dovuta fare a Ragusa, al centro fieristico a Catania e al più che possibile contatto con il Guggenheim per fare della sede siracusana della Camera una succursale, stile Bilbao, di uno dei musei più famosi del mondo.

In attesa delle vere novità che si aspettano dalla conferenza stampa, mancano gli ultimi dettagli sull’emendamento che riguarda le Camere di Commercio siciliane ed è stato presentato da un lombardo e da un pugliese, Ubaldo Pagano del Pd e Alessandro Cattaneo di Forza Italia, e prevede che il o i commissari siano in funzione di liquidatori. Tutto questo mentre la Regione Siciliana, che va al rinnovo a fine ottobre, ha il potere, entro il 31 dicembre 2022, di definire l’assetto territoriale delle Camere siciliane. “Sei Camere bloccate per l’imbecillità della politica” commenta Agen al telefono e aggiunge “Il problema è l’aeroporto. Nonostante il rinnovo del Consiglio, a distanza di sei anni, questa benedetta gara per la privatizzazione non l’ha fatta”.


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