CATANIA – Un fetore insopportabile, a qualsiasi ora del giorno e della notte: è quanto segnalato a Riposto, nei pressi di un canale di scolo per le acque piovane in cui da anni si sospetta che qualcuno scarichi acque reflue. Ma nonostante le segnalazioni la situazione rimane uguale. Il racconto degli abitanti.
I miasmi
Il canale incriminato è nei pressi di via Vespri, una via nella zona di collegamento tra il comune di Giarre e Riposto. Il canale, essendo un mezzo di raccolta dell’acqua piovana, presumibilmente scorre fino al mare. Ma qualcuno ha deciso di usarlo come mezzo per scaricare le proprie acque reflue. “In questa zona si segnalano di continuo miasmi e puzze, soprattutto la sera – racconta Fabio Di Gregorio, amministratore di diversi condomini proprio nell’area di via Vespri – abbiamo chiesto all’Asp, tempo fa, di fare un sopralluogo, ma l’ispezione è stata fatta in un’altra zona e non si è rilevato niente”.
Il problema non è nuovo: “Possiamo dire che va avanti da anni – racconta Di Gregorio – giorni fa abbiamo fatto anche una segnalazione al sindaco, e facendo un sopralluogo nei pressi di un’officina meccanica abbiamo potuto constatare che il torrente per le acque piovane viene costantemente riemito di acque reflue. Il risultato è che l’aria è irrespirabile, soprattutto nelle ore notturne quando si alza un po’ d’aria”.
L’aria della zona è davvero irrespirabile, soprattutto nel pomeriggio: “La mattina si sente – dice Salvatore Puglisi, titolare di un’officina nei pressi del torrente – ma il pomeriggio, intorno alle quattro, la situazione si fa davvero insostenibile. Noi stiamo tutto il giorno qui e non è una cosa normale, sia per noi che per i clienti che vengono e si lamentano per la puzza”.
Il mare
Il problema, oltre che di pulizia dell’aria, preoccupa anche per la destinazione delle acque reflue. Quello al centro delle segnalazioni infatti è un canale di gronda, che serve da collettore di tutte le acque piovane, e anche se su questo non c’è per il momento una conferma tecnica, nella maggior parte dei casi i canali di gronda sfociano a mare. “C’è un problema di inquinamento – dice Di Gregorio – perché se quest’acqua finisce a mare riguarda anche la salute dei nostri figli e delle nostre famiglie”.