Centrodestra, unità a rischio nei Comuni chiave del Catanese

Centrodestra, unità a rischio nei Comuni chiave del Catanese

I dossier di Mascalucia, Belpasso e Acireale.

CATANIA. La parola d’ordine è una sola. Ma non si ancora quanto possa essere categorica o impegnativa per tutti. Unità. Eccola. Un’unità a rischio, a dire la verità. Perché il centrodestra catanese è in cerca di una qualche formula che possa mettere assieme tutti e ovunque. Missione impossibile, forse. Mettendo da parte il rebus di Palazzo degli Elefanti, che sarà risolto su quell’asse che va da Palermo a Roma, ai piedi dell’Etna c’è da fare i conti con dei veri e propri rompicapo. 

Centrodestra unità a rischio nei Comuni chiave del Catanese

Unità a rischio. Procediamo con ordine. Il fatto politico è che un primo tavolo del centrodestra c’è stato, convocato da Salvo Pogliese e Alberto Cardillo (coordinatori rispettivamente per la Sicilia orientale e per la provincia di Catania di FdI), nella storica federazione di corso Sicilia 11. Lì sono state fissate alcune regole d’ingaggio. Prima di tutto, è stato stabilito che l’obiettivo è appunto quello dell’unità della coalizione che governa alla Regione con Renato Schifani. Secondo punto, i sindaci uscenti vanno – anzi, andrebbero – sostenuti a prescindere. 

Seguendo questa linea, il meloniano Antonio Bonanno (primo cittadino di Biancavilla) va sul sicuro. A Gravina di Catania, il collega di partito Massimiliano Giammusso, che dalla sua avrebbe già otto liste pronte, può contare sul sostegno di quasi tutte le anime del centrodestra con l’aggiunta, addirittura, della sezione locale del Pd (versante Anthony Barbagallo). Gli autonomisti di Raffaele Lombardo sono pronti a sostenere, però, l’avvocata Santi Porto. 

Mascalucia

Nella vicina Mascalucia, l’uscente Vincenzo Magra, sammartiniano di antico lignaggio e quindi leghista di recente acquisizione, è pronto a puntare al bis. Ed proprio all’ombra del campanile di San Vito che i nodi dell’unità del centrodestra arrivano subito al pettine. Francesco D’Urso Somma, esponente di FdI,  ha annunciato la candidatura. Candidatura che potrebbe tuttavia ritirare se il deputato nazionale Manlio Messina glielo chiedesse.

In campo c’è anche Salvatore Maugeri, già sindaco e uomo di punta, in passato, dell’Mpa di Raffaele Lombardo sul territorio etneo. Una candidatura in chiave civica, sebbene il riferimento politico attuale sia Mimmo Turano, assessore regionale all’Istruzione ed esponente del partito di Matteo Salvini

È tutt’altro che ricomponibile la vicenda del centrodestra a Belpasso. L’uscente Daniele Motta, ha ceduto il testimone della candidatura a Carlo Caputo (sindaco fino al 2018). Una decisione maturata all’interno dell’area che ha supportato Giuseppe Zitelli (Db/FdI) all’Ars. Il forzista Alfio Papale e i sammartiniani sosterranno invece Salvo Licandri. Una divisione netta, che ha radici lontane, ed è annaffiata da ettolitri di livore personale. 

Acireale

Unità a rischio. Il caso più vistoso resta quello di Acireale, la piazza più importante al voto dopo Catania. “Appare necessario precisare che, come Fratelli d’Italia, ad Acireale abbia registrato diverse disponibilità per la candidatura a Sindaco della città, ivi compresa quella del dott. Gianluca Cannavò, fatto non nuovo essendo questi dirigente provinciale del partito ed esponente di lungo corso della destra acese”. Il meloniano Alberto Cardillo, con una nota, ha voluto ribadire le ragioni del partito sulla città delle cento campane assieme all’auspicio affinché sia raggiunta una soluzione condivisa con gli alleati.

Intanto però il ritorno in campo di Roberto Barbagallo, indipendentemente dalle sue vicende giudiziarie, pone più di un interrogativo per il centrodestra. La domanda è se lui e il deputato regionale eletto di recente con Forza Italia, Nicola D’Agostino, siano da considerare interni alla coalizione. La risposta è tutt’altro che scontata.

Non fosse altro che lo stesso D’Agostino si è sempre mosso in autonomia dai partiti all’interno del territorio acese. Tuttavia, la recente visita del presidente Renato Schifani ad Acireale, accompagnato non solo da D’Agostino, ma anche da Marco Falcone, assessore regionale al Bilancio e coordinatore provinciale degli azzurri, è stata accolta come una sorta d’imprimatur. 

Acireale è anche il fortino di Basilio Catanoso, esponente di punta di FdI e rivale storico dello stesso D’Agostino. Due personalità che non si prendono affatto. Ma la questione non finisce lì. Qualora Barbagallo dovesse rimanere in campo – ed è più che probabile che sia così – le altre anime del centrodestra saranno chiamate a decidere se Gianluca Cannavò potrà essere il federatore della coalizione. C’è infatti chi spera ancora che Nino Garozzo, sindaco fino al 2014, possa smettere la toga da avvocato a ritornare nell’agone politico. Un nome ritenuto oltre i partiti. Un fuori quota, dunque. 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI