Catania, così non può andare | La sosta come una liberazione - Live Sicilia

Catania, così non può andare | La sosta come una liberazione

La sconfitta con il Carpi è il modo peggiore per chiudere un anno disastroso. Pellegrino ha venti giorni per ricompattare un gruppo già decimato da squalifiche e infortuni, e che alla ripresa del campionato giocherà su un altro difficile campo, quello del Lanciano.

calcio - serie b
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CATANIA – La situazione del calcio a Catania è a dir poco drammatica, e poco importa se la formazione rossoazzurra ha disputato l’ultima partita di un 2014 dai tratti funerei al cospetto del Carpi, squadra che sta dominando il campionato e che ha raggiunto traguardi clamorosi già a metà torneo, e con una rosa ridotta all’osso da squalifiche e infortuni che ha reso senz’altro più complicato, quasi impossibile, il compito di Maurizio Pellegrino di far terminare l’anno in maniera dignitosa al suo Catania. Quella etnea appare sempre più una compagine in debito di ossigeno, oltre che di fortuna se consideriamo tutti gli incidenti occorsi ai componenti, più o meno importanti, della rosa gestita fino a settembre da Pellegrino, poi passata nelle mani di un Sannino quasi ignorato dal suo stesso club di appartenenza, e tornata infine sotto la guida del tecnico siciliano dopo l’addio, annunciato nella forma e forse forzato nei tempi, dell’allenatore di Mugnano. I 90 minuti del “Massimino” contro la capolista sono stati lo specchio fedele del momento che si sta vivendo a Catania: chi guardava a questo match al momento della composizione dei calendari, mai si sarebbe aspettato che, tra le due formazioni in campo, quella nettamente in testa al campionato e spinta da un clamoroso entusiasmo sarebbe stata quella ospite, mentre quella di casa avrebbe navigato in acque agitate e con una situazione societaria ai limiti del paradossale.

E mentre la squadra naufragava al cospetto di un iceberg praticamente insormontabile, colui che dovrebbe essere il principale assistente del timoniere, ovvero del presidente Nino Pulvirenti, non era nè allo stadio ad assistere all’ennesima disfatta stagionale, nè tantomeno all’interno dei confini italici. Pablo Cosentino, amministratore delegato rossoazzurro e considerato il principale colpevole del tracollo etneo dalla maggior parte della tifoseria, si trovava infatti nella sua Argentina: qualcuno ha sobillato che dietro al forfait del dirigente ci fosse la semplice intenzione di saltare lo spettacolo per dedicare un po’ di tempo alla propria famiglia, mentre altri sostengono che Cosentino fosse in patria per cercare alcuni giocatori da tenere in considerazione per la ripresa delle trattative di mercato. Fatto sta che abbandonare la squadra, e addirittura il Paese, proprio alla vigilia dell’ultima partita dell’anno, e soprattutto con diversi giorni di tempo per preparare il mercato e per valutare eventuali trasferte per trattare l’arrivo di nuovi giocatori, non è stata di certo una mossa arguta da parte di un Cosentino, che attualmente sembra trovare nello stesso Pulvirenti l’unico, e fortissimo, alleato.

Quanto al campo, la sosta del campionato sembra essere arrivata come una liberazione per il Catania, che si affaccia alla fine del 2014 e all’inizio del 2015 con ben venti giorni per preparare il primo impegno del girone di ritorno, ovvero la complicata trasferta allo stadio “Biondi” contro il Lanciano. Una partita che già all’andata provocò più di un grattacapo agli etnei, riacciuffati nel finale dopo essere passati in vantaggio per ben tre volte, e che potrebbe vedere il ritorno in campo di più di un giocatore, facendo sì che l’infermeria catanese possa finalmente iniziare a svuotarsi. Sicuramente torneranno a disposizione di Pellegrino i vari Chrapek, Rinaudo e Spolli, reduci da una giornata di squalifica dopo le espulsioni ricevute contro il Cittadella, mentre sono da valutare le condizioni di Almiron, Martinho, Monzon, Peruzzi e soprattutto Rosina, il faro della squadra nella prima parte della stagione e costretto ai box proprio quando sembrava che il Catania riuscisse a risalire la china, seppur in maniera molto faticosa e raccogliendo punti solo tra le mura amiche. Il ritorno in campo del numero 10, oltre che di altri lungodegenti, potrebbe rappresentare l’iniezione di fiducia di cui il Catania ha bisogno per uscire dal tunnel della depressione e dei risultati negativi. Lanciano permettendo.


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