Catania, crollo Tribunale: "Emergenza permanente" - Live Sicilia

Crollo al Tribunale, i penalisti: “Emergenza permanente”

Il presidente della Camera Penale Serafino Famà a Livesicilia: "La giustizia un servizio essenziale, più attenzione da parte del ministero"

CATANIA – Il crollo di ieri al terzo piano del Palazzo di Giustizia rilancia il tema della sicurezza dei luoghi di lavoro. Soprattutto della manutenzione dei luoghi in cui si svolge l’amministrazione della giustizia, dai tribunali alle carceri. La Camera Penale di Catania “Serafino Famà” richiama l’attenzione in un comunicato sulle piccole storie di ordinario disagio che chiunque abbia a che fare con la giustizia a Catania deve sopportare, dalle alte temperature alle barriere architettoniche.

Le strutture

Sul punto dello stato delle strutture in cui si amministra la giustizia a Catania è lo stesso presidente della Camera Penale Catanese, Francesco Antille, a parlare con Livesicilia: “Viviamo una situazione di emergenza permanente – dice – e in tutti i plessi catanesi, da Palazzo di Giustizia alla sezione di via Crispi al carcere Bicocca. Una situazione che come camera abbiamo denunciato più volte”.

I problemi vanno dall’affollamento delle aule alla mancata climatizzazione: “Ancora oggi, con la pandemia in atto, capita di avere aule strapiene – dice Antille – e la situazione non migliora in via Crispi, dove una volta c’era la Pretura: di fatto ci sono degli stanzini con una scrivania in cui si siede il giudice, ma non c’è il posto per la parte civile. E in molti uffici c’è il problema della climatizzazione: nella stessa via Crispi in estate non si può fare udienza, e nell’aula di Bicocca è capitato che svenissero degl avvocati e dei giudici per il troppo caldo”.

Un altro problema è anche quello delle barriere architettoniche che, in certe aule, impedisce agli avvocati disabili di svolgere il proprio lavoro: “È capitato – racconta ancora Antille – che un avvocato si sia dovuto mettere tra il pubblico perché non c’era la rampa di accesso nell’aula delle misure di prevenzione. Cercava di parlare al giudice, ma senza microfono doveva urlare”.

Quello che chiede la Camera penale è più attenzione da parte del Ministero: “Più attenzione e più fondi – dice Antille – non chiediamo che il palazzo sia rifatto nel lusso, ma che sia fatta la manutenzione ordinaria e straordinaria. Quello della giustizia è un servizio essenziale”.

Il comunicato

“Abbiamo assistito oggi – si legge in una nota dei penalisti catanesi – con sconforto e preoccupazione alla pubblicazione di alcune foto che testimoniano il crollo del tetto di un intero ufficio di cancelleria sito al terzo piano del nostro Palazzo di Giustizia. Vogliamo in primo luogo rappresentare la nostra assoluta e totale vicinanza ai funzionari di cancelleria che normalmente occupano quella stanza nell’ambito dell’esercizio quotidiano delle attività lavorative”.

“Se per fortuna nessuno era presente nella stanza al momento del crollo possiamo comprendere lo stato di ansia e di preoccupazione che possano avere coloro che per puro caso non si trovavano in quel luogo in quel momento. Persone con le quali condividiamo gran parte delle nostre attività lavorative e per le quali quindi nutriamo sentimenti di amicizia. Al tempo stesso l’evento, in sé traumatico, costituisce una poderosa spia di allarme di quanto da tempo sostenuto da questa Carnera Penale in varie sedi ed occasioni. Appare assolutamente indefettibile ed improrogabile una verifica sulla agibilità e sulla salubrità di tutti gli uffici e delle Aule dei plessi giudiziari in cui si svolgono le attività connesse all’esercizio della giurisdizione nel circondario del Tribunale di Catania”.


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