Catania, i narcos digitali tra 'deepweb' e 'bitcoin' VIDEO - Live Sicilia

Catania, i narcos digitali tra ‘deepweb’ e ‘bitcoin’ VIDEO

Fermato un traffico internazionale tra Olanda, Sicilia e Stati Uniti.
BLITZ EMPIRE
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3 min di lettura

Mdma, ecstasy e ketamina nell’asse Olanda, Catania – Stati Uniti.  Spedizioni e ordinazioni tramite il deepweb in tutto il mondo , pagando in cryptovalute. L’operazione Empire, scattata questa notte, ha fermato un traffico internazionale di droga sintetica che vedeva l’isola un crocevia nel mercato nero tra l’Europa e gli Usa. I poliziotti della Squadra Mobile hanno arrestato (in esecuzione di un’ordinanza del gip di Catania) Fabrizio Carmelo Aiello, 32 anni, Andrea Garofalo, 49 anni, Eleonora Gentile, 30 anni, Michael Giuseppe Magliuolo, 30 anni, Giuseppe Mangiameli, 35 anni, Salvatrice Federica Rapisarda, 28 anni. 

Le indagini

Il gip ha disposto anche il sequestro di una villa nel quartiere San Giorgio intestata a Giuseppe Mangiameli e Salvatrice Rapisarda. Per gli inquirenti sarebbe stata acquistata con i soldi della droga. Le indagini hanno riguardato il periodo temporale tra gennaio e settembre 2020. Oltre alle droghe sintetiche, i narcos catanesi avrebbero anche trafficato marijuana. Per gli investigatori inoltre il gruppo criminale sarebbe stato armato. Sono numerose le spedizioni di import ed export di droga contestate agli indagati. 

Il quartier generale

Il quartier generale del gruppo sarebbe stato San Giovanni Galermo. Le droghe sarebbero state acquistate in Italia dall’Olanda e poi spedite ad acquirenti statunitensi. Ed è per questo che è stato necessario attivare uno scambio investigativico con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno e l’organismo investigativo statunitense Homeland Security Investigation. Attraverso il tramite il magistrato di collegamento degli Stati Uniti in Italia si è avuto un proficuo scambio di atti giudiziari sui sequestri. 

Il capo dei narcos digitali

I poliziotti della Narcotici grazie a intercettazioni e appostamenti hanno ricostruito la struttura organizzativa che vedrebbe al vertice Giuseppe Mangiameli. 

Il modus operanti sarebbe alquanto semplice. Le importazioni dall’Olanda della droga sarebbero avvenute attraverso spedizionieri italiani che coprivano la tratta avvalendosi di corrieri dei Paesi Bassi. La droga sintetica era nascosta all’interno di imballi contenenti mobili o beni. Una volta prelevati erano stoccati in un garage a San Giovanni Galermo.  

Deep web e bitcoin

La rivendita avveniva attraverso il ‘deepweb’. Sarebbero state usate delle chat clandestine, i narcos catanese avevano come nickname “XXXMAFIAXXX” o “MAFIASTARS”. Le spedizioni avvenivano tramite raccomandate postali o pacchi espresso dove c’erano mittenti fittizi. La droga era nascosta dentro oggetti come barattoli di creme cosmetiche, statue in gesso, confezioni di puzzle, giradischi, amplificatori, casse audio, custodie di DVD, capi di abbigliamento. 

Non c’erano solo clienti degli Stati Uniti, sono state ‘intercettate’ spedizioni in Canada, Australia, Ucraina, Thailandia, India, Israele, Pakistan, Giappone, Nuova Zelanda, Iran e Grecia. La droga sarebbe stata pagata con i Bitcoin che, una volta convertiti in euro sarebbero stati ripartiti tra i membri del gruppo di narcos. Il “giro d’affari” si aggirerebbe intorno ai 150.000 euro e una parte dei ricavi sarebbe stata investita da Mangiameli e dalla moglie nella costruzione di una villa nel quartiere San Giorgio, che oggi è stata sequestrata.

Gli arresti Usa e l’affare delle armi

I poliziotti hanno sequestrato oltre 30 chili tra MDMA, ecstasy e ketamina. Gli investigatori hanno seguito anche una consegna in territorio americano grazie alla collaborazione delle Autorità degli Stati Uniti. Il 23 febbraio 2020 c’è stato il “ritardato sequestro” di circa 3 kg di MDMA in Italia che si è conclusa con la consegna controllata e l’arresto di un acquirente americano, il trentenne Thomas Tyriq. Anche a luglio dello stesso anno poliziotti della Squadra Mobile coadiuvati dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e da investigatori dell’Homeland Security Investigation hanno operato sotto copertura simulando l’acquisto di un chilo di MDMA. Un altro risultato dell’indagine è stato l’arresto in Usa dell’acquirente americano Brian Bradigan, 36 anni, fermato il 3 marzo 2020 ritirava un pacco contenente 1 kg MDMA spedito dai marco catanese.

Per arrotondare il giro d’affari il gruppo criminale si sarebbe occupata anche di compravendita di armi, sempre occultati nel garage della droga. L’operazione è stata chiamata Empire per il nome del portale del ‘deepweb’ da cui veniva venduta la droga. 


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