Catania, infermiere arrestato: il profilo - Live Sicilia

“Dio, Patria e Re”, l’infermiere e i due “omicidi”: il profilo

L'uomo è stato arrestato dalla squadra mobile etnea

CATANIA – “Dio, Patria e Re”. Ci sono i volantini storici monarchici, le preghiere dei “cattolici monarchici” e le foto di una vita apparentemente normale nel profilo di Vincenzo Villani Conti. Originario della Calabria, trapiantato a Catania dove lavora al Cannizzaro, la più importante azienda sanitaria della Sicilia orientale. Si tratta dell’infermiere professionale arrestato ieri con l’accusa di duplice omicidio nei confronti di due ricoverati nel reparto di Medicina e chirurgia dell’ospedale. Avrebbe somministrato psicofarmaci con “modalità estranee alle esigenze terapeutiche”.

Il profilo

Umberto di Savoia è ritratto in alta uniforme. Vincenzo Villani Conti sfoggia l’invito della Real Casa di Savoia per la Pasqua a Messina, nella sede del “Sovrano ordine militare di Malta”, fa gli auguri a Emanuele Filiberto, scrive frasi sull’amore e si fa ritrarre insieme a un piccolo migrante. E poi foto con i famigliari, nulla che lasci presagire ciò che ipotizzano le inquirenti. Secondo l’inchiesta condotta dalla Squadra mobile di Catania, Vincenzo Villani Conti avrebbe ucciso due malati, l’accusa, infatti, è duplice omicidio. Ma la sua esistenza scorre in filigrana sul profilo social, tra foto di uomini eleganti di 100 anni fa e la nostalgia di un’epoca in cui a guidare l’Italia era il Re.

Le accuse

L’infermiere, che nel frattempo è stato sospeso dal servizio, in violazione ai doveri derivanti dal suo ruolo – scrivono gli inquirenti – avrebbe somministrato i farmaci Diazepam e Midazolam con “modalità estranee alle esigenze terapeutiche”. Gli inquirenti hanno in mano la consulenza medico legale e le analisi tossicologiche eseguite dopo la riesumazione dei cadaveri. A distanza di mesi dal decesso, sono state trovate tracce dei farmaci. “Sia nei campioni biologici dei due pazienti i dati relativi al Midazolam e al Diazepam sono compatibili con una somministrazione delle sostanze avvenuta pressoché contemporaneamente (…) determinando un aumento reciproco degli effetti tossici sull’apparato respiratorio. Considerando – si legge nella consulenza – le condizioni cliniche delle due pazienti, la grave compromissione della loro funzione respiratoria avrebbe dovuto costituire – ex se – una controindicazione specifica alla somministrazione”.

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