Catania Jazz |30 anni e non dimostrarli - Live Sicilia

Catania Jazz |30 anni e non dimostrarli

Anche quest’anno Catania Jazz si fa in 2: alla stagione di concerti “ufficiale” – che si tiene all’Hotel Sheraton – si affianca infatti la stagione che si terrà al Ma Musica Arte.

SPETTACOLO
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CATANIA – Trent’anni e non dimostrarli: questa è Catania Jazz, storica associazione concertistica catanese nata l’8 novembre 1983, da sempre in prima linea nel proporre in Sicilia il meglio della musica afro-americana. Due le stagioni parallele per il 2013, una di 7 concerti all’Hotel Sheraton, in via Antonello da Messina 45 ad Acicastello, ed una di 6 concerti al Ma Musica Arte, in via Vela 6 a Catania.

Il direttore artistico Pompeo Benincasa: «In 30 anni abbiamo portato sulle scene catanesi e siciliane i più grandi nomi del jazz internazionale, europeo ed italiano, abbiamo favorito la crescita di tanti musicisti cata-nesi col rammarico di non aver potuto fare di più per l’esiguità delle risorse a nostra disposizione, siamo stati da subito protagonisti sulla scena europea come co-fondatori nel 1987 di Europe Jazz Network e in seguito di I-Jazz la rete italiana dei festival jazz. Tutto ciò non sarebbe mai stato possibile senza l’aiuto fondamentale e decisivo del nostro pubblico, nostro principale finanziatore. Il pubblico catanese e solo esso ha permesso che questa avventura continuasse, ha bilanciato per 30 anni la vergognosa assenza (da record anch’essa) di alcun contributo locale da parte di tutte le amministrazioni che si sono succedute dal 1983 ad oggi, nessuna esclusa. Catania Jazz è la prova vivente (e non la sola per fortuna di noi tutti) che questa città ha potenzialità enormi, professionalità e capacità a livello dei tempi in cui viviamo. Ma ci confrontiamo ogni giorno con degli hobbit che ahinoi amministrano la cosa pubblica, desertificano culturalmente la nostra città, sperperano risorse solo per apparire, per il potere e per l’arricchimento personale. E così la Seattle d’Italia, la Barcellona d’Italia, la città della movida e dei pubs, del jazz e del rock giovanile da primati rischiano di morire per la stupidità e l’ignoranza di un ceto politico rozzo, incolto, prepotente e supponente. Eppure non mancano le idee, i progetti, le sinergie tra gli operatori culturali, quasi sempre a costo zero, perché molto può esser fatto persino senza soldi, ma a Catania è la semplicità che è difficile a farsi».

Questo il calendario dei 13 concerti.

Hotel Sheraton: 24 gennaio Donny McCaslin (nella foto) Group; 3 febbraio Dizzy Gillespie Afro-Cuban Experience feat. Machito jr.; 19 febbraio Noa con Gil Dor e Solis String Quartet; 17 marzo Gino Paoli e Danilo Rea; 25 marzo The Yellowjackets; 2 aprile N’guyen Le; 7 maggio Seamus Blake.

Ma Musica Arte: 17 febbraio Ed Cherry Quartet; 6 marzo BassDrumBone; 3 aprile Gege’ Telesforo; 17 aprile Get The Blessing; 22 aprile Soo Cho Jass United; 2 maggio Sandro Fazio Quartet feat. Francesco Bearzatti.

All’Hotel Sheraton si comincia il 24 gennaio con la formazione del sassofonista newyorkese Donny McCa-slin Group che propone l’album “Casting For Gravity” dello scorso anno. Il sax tenore americano Donny McCaslin suona con Matt Mitchell alle tastiere, Tim Lefebvre al basso elettrico e Nate Woods alla batteria. Donny McCaslin è da tempo il miglior candidato per aggiornare e migliorare il jazz-rock di matrice fusion. McCaslin è una sorta di sax tenore post-Michael Brecker con un sacco dell’approccio del Brecker post-Coltrane, ma non con così tanta pesantezza nel suo suono, come ha fatto Brecker. Il risultato qui è probabilmente vicino allo stato attuale di come si fa il jazz a New York, talvolta così astratto, così come pieno di inventiva elettronica.

Il 3 febbraio i ritmi si fanno sudamericani con la Dizzy Gillespie Afro-Cuban Experience feat. Machito jr. John Lee basso, Freddie Hendrix tromba e flicorno, Sharel Cassity sax alto, soprano e flauti, Yotam chitarre, Robby Ameen batteria, special guest Machito Jr. percussioni. Dizzy Gillespie è stato presentato a Chano Pozo nel 1947 da Mario Bauza. Entrambi divennero amici per la vita e Dizzy e Chano Pozo hanno sviluppato il jazz afro-cubano, che è diventato un grande successo, spingendo molte persone a ballare ai suoi ritmi unici. Gli Afro Cubans di Machito (nati nel 1940), i creatori di Cu-Bop, sono stati una grande influenza su musicisti del calibro di Dizzy Gillespie. A Dizzy sono piaciuti così tanto, che nel 1975, ha invitato il figlio di Machito, Mario Grillo o Machito Jr., di unirsi band di Dizzy per la registrazione di “Afro-Cuban Jazz Moods”. Ecco perché è stato chiamato ad aderire al Dizzy Gillespie Experience Afro Cuban sotto la direzione di John Lee, a lungo bassista di Gillespie, e direttore della Dizzy Gillespie Big Band.

Il 19 febbraio un gradito ritorno a Catania: l’israeliana Noa col suo fido chitarrista Gil Dor e gli amici napoletani del Solis String Quartet. Un sodalizio ormai rodato quello tra la cantante israeliano e il quartetto d’archi italiano: la parte da leone la farà ovviamente il disco “Noapolis – Noa Sings Napoli”, ultimo della discografia dell’artista, uscito nel 2011.

Il 17 marzo canzone e jazz si incontrano con Gino Paoli e il pianista Danilo Rea. Si chiama “Due come noi che…” il progetto di Gino Paoli e Danilo Rea, una serie di concerti a base di voce e pianoforte che vede duettare insieme uno dei più grandi interpreti della canzone d’autore italiana e uno dei più lirici e creativi pianisti di oggi. Uno spettacolo unico in cui il repertorio varia di serata in serata, veleggiando nel mare dell’improvvisazione grazie alle esperte mani di Rea e al desiderio di sperimentazione che da sempre accompagna Paoli. Ogni live è quindi diverso e irripetibile, con una scaletta aperta che spazierà tra i grandi classici nazionali e internazionali, gli indimenticabili successi di Paoli, e persino incursioni nella canzone d’autore napoletana. A settembre 2012 è uscito un album che raccoglie una selezione di alcuni brani di questa felice esperienza musicale, rinnovando così il loro fortunato sodalizio artistico, già sperimentato con il progetto “Un incontro in Jazz” e la pubblicazione degli album “Milestones” e “Auditorium Recording Studio”.

Il 25 marzo arrivano a Catania The Yellowjackets. Russell Ferrante piano/tastiere, Bob Franceschini sax, Felix Pastorius basso elettrico, Will Kennedy batteria. Il gruppo, inizialmente nominato The Robben Ford Group, fu fondato nel 1977 da Robben Ford, Russell Ferrante, Jimmy Haslip e Ricky Lawson. Nel 1981 il gruppo prese il nome Yellowjackets ed era orientato al Rithm&Blues con il chitarrista Robben Ford. Quando Ford lasciò il gruppo subentrò Marc Russo al sax e la band assunse sonorità del tutto originali con il tastierista Russell Ferrante il bassista Jimmy Haslip, il batterista William Kennedy, avvicinandosi alla fusion con composizioni originali che ricordavano le melodie di Joe Zawinul. Negli Anni 90 Russo decise di unirsi definitivamente ai Doobie Brothers, ed al suo posto subentrò Bob Mintzer (sax tenore e clarinetto). Questo passaggio avvicinò ulteriormente il gruppo alle sonorità jazz. Prima di uscire dalla band, fu Mintzer lo scorso anno a chiamare Felix Pastorius, figlio del leggendario Jaco, a far parte dei Yellowjackets.

Il 2 aprile torna a Catania il chitarrista franco-vietnamita N’guyen Le. Nato a Parigi da genitori vietnamiti, Nguyên Lê è un autodidatta con una vasta gamma di interessi che spaziano dal rock, funk e jazz, ai paesi dell’Africa, dei Caraibi, musica vietnamita e indiana. Il suo ultimo album, “Songs of Freedom”, pubblicato nel 2011, è una lettura esotica, elettrico ed eccentrico di successi pop degli anni ’70. Pochi musicisti incarnano la “fusion” più del chitarrista franco-vietnamita, un’infusione di energia rock nella sfera del jazz con la fusion in un senso più ampio, la perfetta integrazione di musica da culture di tutto il mondo.

Ultimo concerto allo Sheraton il 7 maggio con Seamus Blake. Seamus Blake, sax tenore, Scott Kinsey ta-stiere, Matt Garrison basso elettrico, Nate Smith batteria. Seamus Blake è uno dei più importanti sax tenori della scena jazz corrente. Ha suonato e/o registrato con Joshua Redman, John Scofield, Brad Mehldau, Randy Brecker e Michael Brecker, Kurt Rosenwinkel, Dave Douglas, Jack DeJohnette, Kenny Barron. Nel 2002 ha vinto il Thelonious Monk Contest di Washington DC ed ha suonato con Wayne Shorter e Herbie Hancock. In Europa si era fatto conoscere con i Bloomdaddies.

La seconda stagione di Catania Jazz si svolge al Ma Musica Arte. Il cartellone comincia il 17 febbraio con il quartetto del chitarrista afro-americano Ed Cherry. Ed Cherry chitarra, Art Hirahara piano, Marco Marzola contrabasso, Jerome Jennings batteria. Nato a New Haven, Connecticut, dopo essersi trasferito a New York nel 1978, Ed Cherry, fino al 1992, ha suonato la chitarra con Dizzy Gillespie esibendosi nel quartetto di Gillespie, con la big band e con l’Orchestra delle Nazioni Unite, che ha registrato il Live at Royal Festival Hall, vincitore di Grammy Award.

Il 6 marzo sul palco del Ma arriva il trio formato dal batterista Gerry Hemingway, dal trombonista Ray Anderson, e dal bassista Mark Helias ovvero BassDrumBone, un trio con una strumentazione insolita e un suono unico. Un collettivo vero, la loro musica combina tre distinti approcci di composizione e di improvvisazione e un rapporto eccezionale musicale. Sono 36 anni che Mark Helias, Gerry Hemingway e Ray Anderson si esibiscono come trio.

Il 3 aprile un volto televisivo ben noto, quello di Gege’ Telesforo, presenta il nuovo disco “Nu Yoy”. L’al-bum contiene 9 sorprendenti composizioni originali scritte da Telesforo, e due nuovi arrangiamenti realizzati per una emozionante versione di un classico come “No Woman No Cry”, e “Stronzo”, brano “scat” scritto da Lucio Dalla nel 1983, riletto da Telesforo in chiave funk. Con Gegè Telesforo, voce e percussioni, Greta Panettieri voce, L.A. Santoro voce, Domenico Sanna piano acustico ed elettrico, Giuseppe Bassi contrabbasso, Roberto Pistolesi batteria, una nuova formazione per un concerto carico di energia e di nuove sonorità. Il 17 aprile arrivano da Bristol i Get The Blessing. Creati dalla sezione ritmica delle leggende del trip-hop Portishead, Jim Barr al basso e Clive Deamer (tra l’altro collaboratore dei Radiohead) alla batteria, i Get The Blessing si completano con i fiati e l’elettronica del sassofonista Jake McMurchie e del trombettista Pete Judge, proponendo un mix unico ed esplosivo che rende il loro sound immediatamente riconoscibile sfidando ogni facile classificazione. Il loro ultimo album “OC:DC” ha influenze che spaziano da Ornette Coleman e Tortoise a Blondie e Samuel Beckett.

Il 22 aprile un altro gradito ritorno a Catania, quello della pianista olandese, di origini coreane, Soo Cho con il suo quartetto Jass United che ospita anche il sassofonista italo-argentino Javier Girotto, il contrabbassista Sven Happel e il batterista Jasper Van Hulten. Il quartetto ha finito da poco un disco prodotto dall’etichetta norvegese Curling Legs.

Ultimo concerto al Ma, il 2 maggio, quello che vede insieme due talenti italiani ma internazionali come il chitarrista catanese trapiantato in Olanda Sandro Fazio con il suo quartetto che ospita il sassofonista Francesco Bearzatti. Conosciuto come il “chitarrista chimico”, per il suo dottorato di ricerca in Chimica, Fazio è nato in Francia e cresciuto a Catania. Dopo aver mostrato il suo talento musicale a Catania ha frequentato il Conservatorio Jazz di Amsterdam. Il primo disco “The Birth” è uscito nel 2008 con l’etichetta Dodicilune. In questo cd si è circondato di validi partners, in larga parte dei Paesi Bassi, oltre alla guest star italiana, il sassofonista Francesco Bearzatti.

 


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