Catania, 13enne stuprata: 4 processi, responsabilità da scrivere

Catania, la 13enne stuprata: i 4 processi e le ricostruzioni dei fatti

Confermata in appello la condanna di un minorenne
LA VICENDA GIUDIZIARIA
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CATANIA – Il telefonino sembra scagionare uno dei cinque adulti imputati per la violenza sessuale di gruppo ai danni di una 13enne, avvenuta nei bagni della Villa Bellini a gennaio del 2024. È quanto sostiene il consulente della difesa di un giovane egiziano, uno degli adulti alla sbarra per lo stupro. Il giovane non avrebbe personalmente abusato della ragazzina, ma per l’accusa fece parte del branco. L’accusa è comunque violenza in concorso.

Secondo il consulente, invece, si tratterebbe di un fatto improbabile – che lui fosse presente – perchè il cellulare a quell’ora lo localizza in un altro posto. E comunque non potrebbe essere entrato alla villa prima delle 20.27, dunque pochi minuti prima delle 20.35, quando la brutale aggressione sessuale era finita. Inoltre in quel frangente il giovane stava guardando un video sul telefonino. Come detto, è quanto sostenuto dal consulente della difesa. Ma se ne parlerà in aula con il processo, a carico di 4 adulti, che riprenderà il 7 ottobre.

Due processi d’appello entro lunedì

Intanto lunedì si aprirà il processo di appello a carico dell’unico adulto che ha scelto il giudizio abbreviato, uno dei due (l’altro, come detto, è il minorenne) che materialmente avrebbe abusato della ragazzina, condannato in primo grado a 12 anni e 8 mesi. Ora la sua difesa ha fatto appello ed è giunta l’ora del giudizio di secondo grado.

Proprio oggi si aprirà infine il processo d’appello a carico di uno dei due minorenni imputati per lo stupro di gruppo, accusato di concorso nel reato e che in primo grado è stato condannato a 4 anni e 8 mesi. L’avvocato del giovane, Gian Marco Gulizia, ha contestato la sentenza e se ne parlerà dunque oggi in Corte d’appello.

Una prima conferma in appello c’è già stata

Nel frattempo la Corte d’appello per i minorenni ha confermato la condanna a un altro dei minori alla sbarra, condannato nei primi due gradi di giudizio – potrebbe seguire un eventuale ricorso in Cassazione, teoricamente, dopo il deposito delle motivazioni della sentenza – a 7 anni e 4 mesi.

In aula (nei processi a carico dei maggiorenni, per i minori non è previsto) sono presenti come parte civile la vittima e il suo fidanzatino dell’epoca. Lei, tramite i familiari, è assistita dall’avvocato Cecilia Puglisi, l’allora fidanzatino dall’avvocato Eleonora Baratta.


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