Catania: "Le Iene? Vicenda diffamatoria contro di me" - Live Sicilia

Catania: “Le Iene? Vicenda diffamatoria contro di me”

La replica dell'inviato della trasmissione televisiva

PALERMO – “C’era una volontà precisa di diffamarmi e di costruire un servizio con la volontà di ledere la mia reputazione. Noi eravamo coscienti della nostra onestà, ora è stato acclarato da un Pubblico Ministero. Io non sono contento di questo, sono dispiaciuto perché quello che ha fatto l’inviato de Le Iene è stato un oltraggio alla libertà di informazione e alle persone che in questo Paese lottano per ottenerlo. Quando viene costruito un servizio diffamatorio non viene diffamato solo chi è stato oggetto di questa innovazione, ma tutto il sistema dell’informazione in Italia“. A dichiararlo è l’assessore alla mobilità di Palermo, Giusto Catania, in conferenza stampa che spiega che in seguito alla trasmissione, mandata in onda da Italia 1, Giusto Catania ha presentato un esposto querela ai danni di Antonino Monteleone per diffamazione e ai danni di alcuni agenti di polizia municipale per violazione del segreto istruttorio.

“Mi dispiace anche che questa vicenda contribuisce a delegittimare la giustizia – ha continuato Catania -. Antonino Monteleone sapeva che l’inchiesta a carico dei condomini era stata archiviata perché non era stato riscontrato un reato, così come l’autore dell’abuso. Nonostante fosse a conoscenza di questo e altro, Monteleone ha ritenuto necessario costruire ugualmente il servizio. La vicenda – ha spiegato l’assessore – nasce perché mia moglie ha scritto alla polizia municipale segnalando un pericolo di crollo del rudere a fianco della nostra casa, dopo questo la polizia ha notato il cancello e indagato tutti i condomini, compreso me. Hanno confezionato questa indagine e mandato le carte in procura che ha archiviato, ma solo perché non si poteva trovare l’autore del reato“.

“Si è tentato di farmi apparire come uno speculatore edilizio e addirittura – ha rincarato Catania – si è lasciato intendere che avessi favorito l’abuso grazie al il mio ruolo di assessore. È inaccettabile che una persona, indipendentemente dal ruolo istituzionale, debba essere sottoposta all’aggressione della ‘macchina del fango'”.

“Il giornalista de Le Iene si è presentato più volte intervistandomi, ma ho detto che ero andato ad abitare lì dopo il posizionamento del portone che era già presene nelle carte. Durante una delle interviste ho notato che il giornalista aveva in mano una carta segreta che doveva essere mandata alla procura prima che alla stampa e abbiamo denunciato la cosa – ha spiegato l’assessore alla mobilità di Palermo -. Sono stati effettuati dei controlli informatici e tra le cartelle dei reperti informatici di un vigili è stata reperita una copia identica di quella che poi è stata inviata alla stampa e all’edilizia. Questi sono dati ufficiali e si è costruita una campagna diffamatoria contro di me. Un ispettore stava facendo indagini contro di me e ha pensato fosse utile costruire e architettare una macchina del fango“.

Giusto Catania ha voluto anche porgere un ringraziamento al comandate e l’assessore alla polizia municipale: “Ho scritto loro per far presente che si stava costruendo una vicenda contro di me che hanno avviato una indagine interna e si è scoperto che tra le cartelle informatiche di un ispettore è stata trovata tra le mani dell’invito de Le Iene. Purtroppo c’è sempre una mela marcia dentro ogni cosa“.

La prima udienza del processo che vedrà Antonino Monteleone di fronte il giudice perché accusato di diffamazione si terrà il prossimo 23 giugno 2022. L’assessore Giusto Catania – come annunciato durante la conferenza stampa – si costituirà parte civile “non so se farà lo stesso il Comune – ha spiegato – toccherà deciderlo a chi sarà il sindaco il prossimo 23 giugno“.

La replica di Monteleone: “I fatti sono ostinati, c’era un’illegalità che si consumava”

“I fatti sono ostinati e in questa storia il fatto principale è questo: c’era un’illegalità che si consumava nel cuore della Città di Palermo e che grazie al nostro intervento è stata spazzata via. Di questo ci rallegriamo da più di due anni – ha spiegato Monteleone in una nota -, ringraziando il Sindaco Leoluca Orlando che è intervenuto nei giorni immediatamente successivi alla nostra denuncia. Certamente a noi sembrava corretto informare l’opinione pubblica della curiosa circostanza che un vero e proprio abuso fosse opera del condominio dove vive l’assessore con delega alla mobilità. Quanto al rinvio a giudizio – ha concluso l’inviato della trasmissione televisiva -, del quale apprendo dai giornali e non dal Tribunale di Palermo, mi dispiace smorzare l’entusiasmo di Giusto Catania ma mi pare lontano da un’affermazione della verità nell’aula di Giustizia“.


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