"Ex raffineria, il project financing? Solo speculazioni immobiliari" - Live Sicilia

“Ex raffineria, il project financing? Solo speculazioni immobiliari”

L'apertura ai privati per l'edificio accanto alla nuova Cittadella giudiziaria potrebbe essere evitata, dice il consigliere Graziano Bonaccorsi.

CATANIA – Per recuperare l’ex raffineria Alonzo e Consoli di viale Africa non sarebbe necessario ricorrere al project financing e, quindi, all’intervento dei privati. Basterebbe invece trovare i fondi dalla nuova programmazione europea 2021-2027. Almeno secondo il consigliere comunale Graziano Bonaccorsi, capogruppo del Movimento 5 stelle, che nei giorni scorsi ha depositato un’interrogazione all’amministrazione comunale sul futuro dello stabilimento.

La delibera di Portoghese

Del vecchio stabilimento di produzione dello zolfo si è tornato a parlare, dopo anni, a novembre 2022. Quando, cioè, LiveSicilia ha raccontato dell'”atto di indirizzo” firmato dall’ex commissario straordinario Federico Portoghese per “il recupero dell’immobile, sia tramite partenariato pubblico-privato sia tramite finanziamento pubblico”. Un documento venuto fuori all’improvviso, su proposta del direttore dell’Urbanistica Biagio Bisignani, che rimetteva in discussione il futuro dell’ex raffineria che sorge accanto alla futura Cittadella giudiziaria, che dovrà nascere sulle ceneri dell’ex Palazzo delle Poste. Il nuovo e il vecchio sono talmente vicini che si è deciso si è deciso che i costruttori del nuovo Palazzo di Giustizia dovranno anche mettere mano alla messa in sicurezza della raffineria, la cui struttura era già provata – e devastata – dall’incendio del 2015

“Il Comune di Catania – si leggeva nel documento firmato dal commissario – intende valorizzare, attraverso un percorso virtuoso di recupero, la struttura dell’ex raffineria Alonzo e Consoli, al fine di renderla fruibile per attività di interesse collettivo“. Tanto più che si trova in “un’area strategica” e rappresenta “una preziosa risorsa urbana, culturale ed economica nel processo di rigenerazione del territorio comunale”. Per farlo, poi, può “essere utilizzato lo strumento del partenariato pubblico privato”. Per esempio il project financing. O, più in generale, “strumenti di finanza innovativa“. Portoghese, infine, lasciava all’ingegnere Bisignani il compito di trovare “la migliore soluzione”.

Progetti vecchi oltre un decennio

Eppure un progetto per quell’edificio di archeologia industriale, distrutto dalle fiamme e lasciato in abbandono, c’era. Ed era passato dalle mani della giunta guidata dall’allora sindaco Enzo Bianco. L’idea era di affidare l’ex raffineria all’Accademia delle Belle Arti di Catania, affinché diventasse una galleria d’arte e di design di livello internazionale. Sfruttando anche una location d’eccezione: l’indubbio fascino del ricordo di un ambizioso passato, praticamente a strapiombo sul mare.

Già ai tempi, la giunta sottolineava come fosse stato difficile, fino ad allora, il processo di recupero dei capannoni in cui si lavorava lo zolfo. I lavori di ristrutturazione erano stati appaltati nel 2008 e si erano fermati, senza più ripartire, nel 2010Così si era pensato alla concessione, in comodato d’uso, all’Accademia delle Belle Arti di Catania. L’ABA avrebbe provveduto, a proprie spese e in seguito alla stipula di un protocollo d’intesa con Palazzo degli elefanti, almeno al completamento di parte dei lavori di messa in sicurezza e recupero. Di questo, però, non si è più parlato e tutto è rimasto immobile.

Dopo la diffusione della notizia dell’atto di indirizzo di Portoghese, però, il nome dell’ex raffineria è tornato a circolare dentro e fuori dagli uffici del municipio. Non senza malumori o perplessità a proposito del documento firmato dall’ex commissario. Oggi è il consigliere pentastellato Graziano Bonaccorsi a mettere nero su bianco sia i dubbi su quanto fatto sia le possibili soluzioni per il futuro.

“No alle speculazioni su viale Africa”

“Il Comune di Catania – scrive Bonaccorsi nell’interrogazione – è in possesso di un progetto esecutivo (da aggiornare) per il recupero dell’ex raffineria: recupero che potrebbe essere finanziato mediante i fondi della nuova programmazione europea 2021-2027, senza alcun aggravio di spesa per l’amministrazione”. E, soprattutto, senza fare ricorso all’eventuale “partenariato tra pubblico e privato” paventato nella proposta della direzione Urbanistica e sul quale l’ingegnere Bisignani avrebbe dovuto ragionare, dietro mandato di Federico Portoghese.

Tanto più che una simile proposta “dovrebbe essere – prosegue il consigliere a Cinque stelle -, in via teorica, una scelta politica della prossima amministrazione. E non dell’attuale, che opera in condizioni critiche, in regime commissariale”. Un principio valido sempre, ancora di più in una “zona, adiacente alla nuova Cittadella giudiziaria del viale Africa”, che potrebbe “dare adito a speculazioni immobiliari su aree pubbliche, a discapito dell’interesse civico legato alla fruizione dei luoghi”. Con uno sguardo che arriva fino al futuro interramento della linea ferroviaria, con il conseguente recupero della vista del mare da parte della cittadinanza.

Date queste premesse, domanda Bonaccorsi, “l’amministrazione deciderà di ricorrere a un finanziamento europeo per la realizzazione dell’opera, considerato che il Comune è già in possesso di un progetto esecutivo”? La prima grana per il neo-commissario Piero Mattei.

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