Catania, la selezione dei migranti: l'odissea in mare - Live Sicilia

Catania, la selezione dei migranti: l’odissea in mare

Lo sbarco di 144 persone e il nodo di chi rimane a bordo, in arrivo anche la Geo Barents

CATANIA – Sbarchi con selezione a bordo, tra chi può scendere a terra e chi no: è quello che accade in queste ore sul molo di levante del porto di Catania, dove la Humanity One ha sbarcato 144 dei 179 migranti che aveva a bordo, e dove si attende l’arrivo della Geo Barents, nave della Ong Medici senza frontiere con a bordo 572 persone. La decisione del governo è di sbarcare solo le persone “fragili”, ovvero donne bambini e malati, e di lasciare a bordo le altre. Le reazioni della politica: “Carta costituzionale usata come un campo da ping pong”.

Lo sbarco

La Humanity One è entrata nel porto di Catania ieri sera alle 23:30, dopo aver ricevuto dal governo il via libera all’ormeggio. Prima dello sbarco, secondo quanto stabilito in un decreto del ministro dell’interno Matteo Piantedosi, le forze dell’ordine sono salite a bordo per selezionare le persone fragili da fare scendere a terra e quelle “sane” da lasciare sulla nave. Sulla nave sono avvenuti anche i primi controlli sanitari.

Alla fine della selezione 144 persone sono sbarcate e hanno ricevuto i primi soccorsi dalla Protezione civile e dalla Croce rossa internazionale (VIDEO), che hanno fornito pasti caldi, coperte e altri generi di conforto. A bordo sono rimasti 35 uomini, che secondo fonti dell’equipaggio della nave sono “disperati” all’idea di dover di nuovo prendere il mare. Uno di loro, secondo quanto riferito dalla portavoce della Ong Humanity One, ha avuto un collasso.

L’accoglienza

Le 144 persone sbarcate, dopo i controlli, sono state spostate su autobus al Palaspedini, nella zona dello stadio Massimino. Nella struttura, adibita a centro di prima accoglienza, sono in corso le procedure per l’identificazione e saranno montate le brande per permettere ai migranti di trascorrere le prime notti a Catania.

Le altre navi

Lo stesso decreto di “sbarco selettivo” è stato ricevuto dalla Geo Barents, nave di Medici senza frontiere che da giorni incrocia al largo delle coste siciliane in attesa di un porto di sbarco. Per i 572 migranti a bordo del battello saranno attivate le stesse procedure, con le forze dell’ordine a bordo per stabilire chi siano i “fragili” che possono scendere e chi invece va respinto indietro.

I ministeri dell’interno, della difesa e delle infrastrutture hanno firmato un decreto che vieta alla Geo Barents di sostare in acque italiane oltre il termine necessario per le operazioni di soccorso. “Alle persone che restano a bordo – si legge in una nota diffusa dall’Ansa – sarà comunque assicurata l’assistenza per l’uscita dalle acque territoriali”.

In acque internazionali al largo di Catania rimangono la Ocean Viking, con 234 persone a bordo, e la Rise Above con 90, tutte da giorni in attesa di un Place of safety (un porto sicuro di sbarco) per sbarcare i naufraghi e prestare loro soccorso.

Cosa succederà

Non è ancora chiaro cosa succederà ai migranti che restano a bordo della Humanity One. Per quanto la nave sia ormeggiata al porto di Catania, infatti, il governo italiano non le ha ancora assegnato un Pos, Place of safety, ovvero un porto sicuro in cui sbarcare tutti i migranti. La nave potrebbe dover riprendere il largo, ma per Petra Krischok, portavoce della ong Sos Humanity, lasciare il porto senza sbarcare tutti i migranti sarebbe “illegale, perché sono tutti profughi”.

Secondo una interpretazione diffusa tra esponenti politici che stanno intervenendo in queste ore sulla questione, la ripartenza della nave per le acque internazionali con i naufraghi ancora a bordo sarebbe una violazione delle leggi internazionali sul salvataggio in mare e sulle domande di asilo politico. Ogni evento Sar (Search and rescue) si conclude, infatti, nel momento in cui tutti i naufraghi hanno trovato un porto sicuro. Costringerli a ripartire, invece, potrebbe configurarsi come un respingimento illegale.

Il respingimento collettivo e le reazioni della politica

Proprio su questo tema si accende il braccio di ferro tra il governo e l’opposizione. In un punto stampa al porto di Catania ne hanno parlato il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo, il senatore Antonio Nicita e il deputato di Verdi e Sinistra Italiana Aboubakar Soumahoro. Per Barbagallo, “non consentire anche lo sbarco dei non fragili dalla Humanity 1 è una decisione arbitraria e contraria alle disposizioni internazionali sul salvataggio in mare che prevedono che i naufraghi debbono essere accompagnati nel porto sicuro più vicino. Tutti i naufraghi, non solo alcuni, come stabilito in base a estemporanee decisioni ministeriali”.

È Nicita invece a descrivere i problemi dello sbarco selettivo, senza dare possibilità di chiedere asilo: “Siamo ancora qui dopo una lunga notte. Ci sono ancora 25 ragazzi pakistani che ‘siccome stanno bene’ secondo le nuove direttive del Governo, dovrebbero ripartire con la nave per essere eventualmente identificati nel paese associato alla bandiera della nave Ong. Ma la nave ha attraccato, e secondo le vigenti regole internazionali, gli stranieri vanno fatti scendere per essere identificati e valutarne eleggibilità asilo”.

Nicita descrive poi la situazione sulla nave: “Intorno alle 7 siamo saliti a bordo con l’onorevole Soumahoro, perché un ragazzo è collassato e si è ripreso dopo lungo massaggio cardiaco. Dopo venti minuti il ragazzo è stato trasportato in ospedale. Ci guardano, piangono. Ci dicono che possono scendere perché stanno bene, anche se in realtà sono esausti. Non hanno capito la logica perversa della direttiva del Governo. E noi non riusciamo a spiegargliela. Il comandante aspetta. Ma di certo non ripartirà”.

Per Soumahoro sarebbe in corso “uno sbarco selettivo. Corpi consumati di naufraghi già sfiniti da freddo, stanchezza, traumi e torture sono considerati, per volontà del governo di Giorgia Meloni, degli oggetti. Non si può permettere in un contesto democratico l’utilizzo della Carta come un campo da ping pong”. Il deputato annuncia poi la creazione di un pool legale per assistere le 35 persone rimaste a bordo: “I 35 profughi rimasti a bordo della Humanity 1 non partiranno, perché sarebbe illegale. Ci stiamo attivando per fare valere la legge e il diritto internazionale”.

Interviene sulla questione anche il segretario Pd Enrico Letta, con un tweet in cui scrive: “Il #caricoresiduale e lo #sbarcoselettivo. Linguaggio inaccettabile per scelte a #Catania ancor più inaccettabili, contrarie ai principi di umanità e alle regole internazionali”.


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