Crisi idrica, negata a Sidra la requisizione del pozzo dei privati - Live Sicilia

Crisi idrica, negata a Sidra la requisizione del pozzo dei privati

Il presidente della partecipata aveva annunciato di volere gestire pozzo Crocifisso. Ma la prefettura ha opposto un diniego. La replica di Acque Sud Service.

CATANIA – La requisizione del pozzo non s’ha da fare. La richiesta di Sidra, la società partecipata che gestisce il servizio idrico a Catania, sembrerebbe avere ricevuto una risposta negativa da parte delle autorità cittadine. “La prefettura ha sostenuto che non fosse necessario“, conferma a LiveSicilia Fabio Fatuzzo, presidente dell’azienda. “Noi stiamo valutando di chiedere direttamente un parere al ministero dell’Interno“, annuncia ancora. Nel frattempo, però, la crisi idrica cittadina è, almeno per il momento, risolta: il pozzo che aveva sospeso l’attività l’ha ripresa e i turni non sono più necessari.

La vicenda era balzata agli onori delle cronache all’inizio di ottobre, quando la società Acque Sud Service, che ha il pozzo Crocifisso, a San Giovanni La Punta, aveva annunciato di non riuscire più a fare fronte alle spese di gestione: l’energia elettrica è diventata troppo cara, spiegavano in una lettera, e non era più possibile garantire l’erogazione dell’acqua e l’arrivo alla condotta Sidra, senza andare in perdita. Dallo stop del pozzo puntese, il 10 di ottobre, è nato un conflitto con la società partecipata catanese.

Da un lato c’era Acque Sud Service, che chiedeva una rimodulazione della tariffa, in modo da potersi permettere di tenere aperto il pozzo. Dall’altro lato c’era Sidra, spaventata di dovere staccare l’acqua – o razionarla, come poi è avvenuto – ad alcuni quartieri della città di Catania, tra Nesima e Librino, cioè quelli serviti dall’impresa che aveva bisogno di staccare la spina. Fatuzzo aveva quindi annunciato la richiesta di requisizione del pozzo: “Ci occuperemmo della gestione del pozzo, e delle spese conseguenti, ripristinando la normale operatività del servizio idrico a Catania“, aveva detto il presidente di Sidra a questa testata, spiegando di avere chiesto l’intervento della prefetta Maria Carmela Librizzi e del commissario straordinario della città di Catania Federico Portoghese.

Adesso l’aggiornamento: la requisizione è stata negata, ma il servizio idrico è ripreso comunque. “Ci sono state delle riunioni con la società – aggiune Fatuzzo – Loro ritengono di avere diritto a una tariffa di un certo tipo, noi sosteniamo di dovere pagare il dieci per cento in meno. Siamo stati citati in giudizio per questo, ma nel frattempo stiamo cercando di capire come muoverci anche con i nostri legali”.

Già nei giorni scorsi, però, la affermazioni di Fatuzzo sul comportamento di Acque Sud Service avevano fatto saltare sulla sedia i vertici della società. “Le difficoltà in cui Acque Sud Service è venuta a trovarsi – hanno scritto in una lettera inviata a LiveSicilia – sono scaturite dall’impossibilità di fare fronte ai rincari energetici anche a causa dei non giustificati ritardi della Sidra nei pagamenti di quanto dovutole per la fornitura commerciale d’acqua, sempre puntualmente effettuata, oltre che dalla trattenuta di una percentuale del dieci per cento, operata dalla stessa Sidra, che abbiamo sempre contestato”.

Aggiunge Acque Sud Service che, a fronte di una fornitura media mensile di circa 200 milioni di litri, il fatturato medio mensile nei confronti di Sidra è di 37mila euro. Cifre “determinate dalla legge – prosegue Acque Sud Service – considerato che il prezzo di tutte le forniture idriche è stabilito dall’Arera secondo un metodo tariffario molto complesso e identico per tutti i gestori, che prevede il recupero dei costi con due anni di distanza”.

In questo botta e risposta a distanza, la società idrica ribatte ancora al presidente Fatuzzo: “È rimasta inascoltata la richiesta di attivazione di un qualsivoglia meccanismo di soccorso negoziale volto ad arginare le gravi difficoltà di esecuzione”. Con un rischio concreto per “la stessa integrità del patrimonio sociale dell’azienda, che il suo amministratore è per legge tenuto a salvaguardare“.

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