PALERMO – No agli “slogan” del centrosinistra e governo “sotto esame” per “le riforme necessarie che servono al ‘sistema Sicilia’ in chiave di ‘liberazione’ dalle lobby che condizionano anche alcuni dirigenti”. Cateno De Luca torna a giocare la sua partita e manda messaggi ad entrambi gli schieramenti.
Il ritorno di Cateno De Luca
Centrodestra e centrosinistra sono rimasti sullo sfondo della conferenza stampa convocata dal leader di Sud chiama nord per illustrare la propria posizione rispetto alla bufera giudiziaria che ha coinvolto una parte importante della maggioranza. Il sindaco di Taormina, che per diversi mesi è rimasto silente, sembra avere risvegliato lo ‘Scateno’ che è in lui.
De Luca equidistante da destra e sinistra
Dietro alla trovata dello spruzzatore a pressione, regalato al governatore Renato Schifani “per diserbare le stanze degli assessorati con le riforme di sistema che puntano a verificare il lavoro dei dirigenti”, c’è tutto campionario di messaggi ad entrambi gli schieramenti: il ‘no’ agli slogan dell’opposizione, “che pensa di cambiare la Sicilia con un ‘decuffarizziamo’”, ma anche “l’esame” a cui viene sottoposto il governo “che deve dimostrare di saper reagire a questa situazione”. De Luca dice di temere “la paralisi” e avverte: “Se siamo alla vigilia del clima del lancio delle monetine da un lato, e di un governo che nelle sue evidenti debolezze strutturali non ha la capacità di rigenerarsi e reagire dall’altro, allora è meglio staccare la spina”.

Né a destra né a sinistra, quindi, ma la “battaglia per cambiare la Sicilia” sembra comunque destinata ad un approdo, prima o poi, anche perché, nella mente del sindaco di Taormina, è ancora vivido il ricordo delle elezioni 2022. Quell’anno venne sconfitto da Schifani. La “corsa solitaria” è la realtà dell’oggi, al 12 novembre 2025, ma domani chissà… . “Il centrodestra ci farebbe un grande applauso – osserva – ma questo regalo non lo vogliamo fare”. Sono le geometrie variabili di De Luca, che sembra attendere una evoluzione del quadro politico non ancora percettibile ai più.
Le metamorfosi
Il leader di Sud chiama nord cambia ancora, quindi. Dopo due anni di ‘lotta aperta’ al governatore, a febbraio 2025 l’arrivo del ‘nuovo De Luca’: “Da Schifani devo imparare l’arte della politica”, disse annunciando la svolta dell’opposizione responsabile. Il sindaco di Taormina raccontò la sua nuova visione ai circa 1.200 militanti giunti a Palermo per ascoltarlo in una fredda domenica di febbraio. “Sono un bravo amministratore ma mi sono reso conto anche di avere tanto da imparare nell’arte della politica – furono le sue parole -. Schifani? Mi ha colpito positivamente”. Adesso la nuova metamorfosi, che però non implica un attacco automatico a Palazzo d’Orleans. De Luca, – con i fidi Giuseppe Lombardo, Matteo Sciotto e Danilo Lo Giudice – resta in attesa: “Guardiamo alle prossime Regionali”, ammette al termine dell’incontro con la stampa a Palazzo dei Normanni.
Il sogno: Cateno De Luca presidente della Regione
Poi la frase buttata lì, proprio come quell’hashtag #sindacodisicilia che da qualche tempo è tornato a campeggiare nei suoi post Facebook: “Bisogna ‘diserbare’ perché in questo modo chiunque verrà nel 2027 (spero pure io, non lo nascondo ma nessuno si irriti) troverà un sistema che gli consentirà di non ‘contaminarsi’ e potere lavorare”.

“La Sicilia non si governa con gli slogan”
Il messaggio più duro, però, il rientrante ‘Scateno’ lo riserva ai compagni di viaggio della prima parte di legislatura: Pd e Movimento cinque stelle, che sono stati in piazza con l’ex Scn Ismaele La Vardera a chiedere la ‘decuffarizzazione’ della Sicilia e le dimissioni di Schifani. De Luca li sfida sul terreno dell’amministrazione, perché “la Sicilia non si cambia con gli slogan”. E ancora: “Cosa significa ‘decuffarizzare’? Se lo si chiede a molti di quelli che sostengono questo concetto, che sa più di caccia all’uomo, non sapranno declinare il tema – dice -. Noi vogliamo un nuovo modello per questa regione”. E sulle dimissioni del governatore la risposta è secca: “A chi servono? Schifani ha il diritto e il dovere di governare, ha vinto le elezioni”. È la sfida lanciata ad uno schieramento al quale De Luca ha guardato fino ad un certo punto della legislatura, per poi decidere la marcia solitaria nella più classica delle traversate del deserto fino al 2027.

