Cgil, protesta sotto la sede dell'assessorato regionale alla Sanità

Cgil, sit in di protesta sotto la sede dell’assessorato regionale alla Sanità

Il 6 giugno l'incontro con l'assessore Faraoni

PALERMO – “Il diritto alla salute non può più attendere. Basta quindi con i continui rinvii. Serve un intervento immediato del governo regionale per un nuovo modello sanitario che ridia efficienza e centralità al sistema pubblico”. Con queste ragioni la Cgil Sicilia con Spi e Funzione pubblica, è tornata in piazza davanti l’assessorato regionale della Salute per “chiedere che i problemi del sistema sanitario vengano affrontati subito, con un nuovo piano sanitario che valorizzi la medicina del territorio, con la rimodulazione della rete ospedaliera, con la soluzione dei tanti problemi sul tappeto a partire da quelli del personale insufficiente e delle liste d’attesa, con l’accelerazione della spesa del Pnrr”.

Oggi l’assessore regionale alla Salute Daniela Faraoni, era assente e i rappresentanti sindacali hanno declinato l’invito a incontrare il suo staff, ricevendo poi la convocazione per il 6 giugno. ” Ci saremo – dice il segretario della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – ma non siamo interessati a riunioni interlocutorie, è da più di un anno che sulle azioni concrete si va avanti con continui rinvii. Ma oggi il tempo è scaduto, è il tempo delle risposte”.

“E’ vergognoso quello che si fa patire ai cittadini”, afferma Renato Costa, responsabile per la sanità alla Cgil Sicilia. “Siamo in piazza oggi per rivendicare ancora una volta il diritto alla salute che in Sicilia viene mortificato e negato”, afferma Maria Concetta Balistreri, segretaria dello Spi Cgil Sicilia”. Gaetano Agliozzo, segretario generaledella Funzione pubblica Cgil chiede “al governo da tempo un ragionamento serio su quello che deve essere il modello sanitario nella nostra regione: la situazione è drammatica e occorre un progetto specifico che lasci comprendere cosa intende fare il governo per dare un assetto strutturale alla nuova rete sanitaria della regione”.


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