"Chissà perché capitano tutte a me" - Live Sicilia

“Chissà perché capitano tutte a me”

Forse sarebbe il caso di dare una sbirciatina all'oroscopo. Dopo la nota condanna d'appello nuovi problemi per Totò Cuffaro. Stavolta a chiamarlo in causa è stato Massimo Ciancimino, ieri, in un'aula di tribunale. La reazione non si è fatta attendere
Ciancimino. Cuffaro si arrabbia. E Dell'Utri...
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Forse sarebbe il caso di dare una sbirciatina all’oroscopo. Dopo la nota condanna d’appello nuovi problemi per Totò Cuffaro. Stavolta a chiamarlo in causa è stato Massimo Ciancimino, ieri, in un’aula di tribunale. La reazione non si è fatta attendere.  ”Non riesco a capire perché Ciancimino junior mi tiri in ballo. Non capisco  perche’ sotto la sigla ‘pres’ dovrei esserci io trattandosi, come lui dice, di  interventi del parlamento nazionale”. Sono le parole di Cuffaro  a proposito delle dichiarazioni di Massimo Ciancimino (veci cronaca del processo, ndr) circa la sua presenza in un pizzino e un suo coinvolgimento diretto per un’iniziativa di clemenza anche a favore dei boss in carcere. ” A quel  tempo – ricorda Cuffaro – io ero da appena qualche mese presidente della  Regione. A quella data c’erano solo due disegni di legge, attinenti alla  materia, entrambi a firma di due parlamentari della sinistra. La posizione del  mio partito, allora come oggi, era contraria all’amnistia per i reati di  mafia”.

Anche Dell’Utri non la prende bene
”Non mi interessa e non mi inquieta tanto quello che dice un Ciancimino, che
è  un falso Ciancimino: quello vero era il babbo, il quale non ha mai detto  niente, e chissà perché questo invece fa il garante. Ma quello che mi  inquieta è sapere chi gestisce questo Ciancimino”. Lo ha detto ieri al Tg1 il  senatore Marcello Dell’Utri, che Ciancimino jr indica come colui che sarebbe  subentrato al padre, il sindaco mafioso di Palermo Vito, nella ‘trattativa’ tra  lo Stato e Cosa nostra. ”Ci sarà qualcuno – aggiunge Dell’Utri – che lo gestisce  nell’interesse di Ciancimino e di qualcun altro che vuole buttare fango su di  me e sul presidente Berlusconi”. Alla domanda sul pizzino, letto in aula, che  evidenzierebbe l’interessamento dell’ex presidente della Regione Cuffaro e il  suo per un provvedimento di clemenza a favore dei detenuti di Cosa Nostra,  Dell’Utri risponde: ”Sono delle cose inventate, inverosimili, impossibili e  non vere. Domando chi, chi le vuole tirare fuori così, diciamo in maniera  brutale? Da parte mia c’è assoluta tranquillita”.


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