Che ci fa Vecchioni | a Mojo Alcantara? - Live Sicilia

Che ci fa Vecchioni | a Mojo Alcantara?

Otto milioni dall'Unione Europea. Come funziona il Circuito del Mito. Chi sceglie e secondo quali parametri. Polemiche, discussioni infinite, retroscena sulle regole troppo vaghe. E una domanda. Nel titolo.

Come funziona
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PALERMO- Di miti sul Circuito del Mito ne circolano parecchi. Persino quelli di un concerto del penultimo vincitore di Sanremo, Roberto Vecchioni, nella “tentacolare” Mojo Alcantara. Paesino del Messinese, sempre al di sotto dei novecento abitanti, fin dalla sua nascita. Lì vicino è nato l’assessore al Turismo Daniele Tranchida. In quella provincia  è persino possibile organizzare, con i soldi della Regione siciliana, manifestazioni nel periodo natalizio a… Lipari. E non che il Natale a Lipari non arrivi. Ma in quel caso, le “ricadute turistiche”, presupposto fondamentale per il finanziamento del Circuito, appaiono quantomeno “vaghe”.

Otto milioni. Tanto ha destinato l’Unione europea, quest’anno, per il Circuito del mito. Grande “contenitore” di manifestazioni disseminate sul territorio dell’Isola. E sulle quali la Procura di Palermo ha deciso di puntare i riflettori. Secondo “caso” in pochi mesi, dopo l’indagine sui cosiddetti “Grandi eventi”. Ma come funziona il Circuito del Mito? È proprio il meccanismo di selezione e finanziamento degli eventi a destare i maggiori dubbi. Dubbi che, tra l’altro, sono rimbalzati anche tra gli scranni di Sala d’Ercole. Dove a puntare l’indice sono stati anche due deputati “alleati” del partito di riferimento dell’attuale assessore Tranchida. È il 29 dicembre dell’anno scorso, infatti, quando i deputati del Pd Marziano e De Benedictis mettono nero su bianco, in un’interrogazione parlamentare, tutte le perplessità: “L’organizzazione del ‘Circuito del mito’ – scrivono – si è caratterizzata per modalità organizzative che sembrano avvolte in un porto delle nebbie. Non c’è mai stato – affondano i due parlamentari – un rendiconto pubblico o formale del successo delle varie iniziative, mai una verifica della veridicità della presenza di spettatori, della congruità tra le somme spese e il risultato ottenuto; per di più l’organizzazione del ‘Circuito’ è apparsa come una sorta di cerchio magico che tutto decide al proprio interno senza rapporto con il territorio e il mondo artistico-culturale siciliano”.

Pochi mesi prima, il deputato del Pdl Roberto Corona aveva sollevato dubbi anche sulla dislocazione degli eventi. Troppi, nel Messinese. La provincia dell’assessore. “La scelta di alcune location – scriveva Corona – ci sembra alquanto discutibile in quanto non finalizzata all’obiettivo che si vuole raggiungere”. E ancora, il deputato chiedeva di sapere “quali criteri siano stati adottati per la scelta delle location nelle quali si terranno i vari spettacoli, quali costi si siano sostenuti per essi, quante aziende di spettacolo, quali e come siano state scelte, l’analisi preventiva, che si presume esservi stata, sulle previsioni del ritorno degli investimenti in termini di sviluppo e presenze turistiche in ogni comune interessato con i relativi incrementi di posti letto”.

Tutte informazioni che i deputati hanno richiesto venissero rese note in quarta Commissione all’Ars: “Ma l’assessore Tranchida – racconta il presidente di quella commissione, Fabio Mancuso – non s’è mai presentato, nonostante le nostre richieste”. Per arrivare ai giorni nostri, con l’attacco di Alberto Campagna: “Ma come, il Mito è bloccato – dice – ma si trovano i soldi per una mostra a Messina?”. Eccola di nuovo, la città dello Stretto. Dove in questi giorni verrà inaugurata la mostra sugli “ultimi Gattopardi”, avanguardisti siciliani che hanno miracolosamente dribblato il blocco ai finanziamenti regionali imposto dal Patto di stabilità. “Quella mostra – ha spiegato il dirigente generale dell’assessorato al Turismo Marco Salerno – era già stata in qualche modo finanziata. Fa parte di un un primo troncone del Circuito che ha già ricevuto il visto della Corte dei conti”.

Il resto, infatti, è fermo. Perché sempre la Corte dei Conti avrebbe sollevato prima dei dubbi su alcune schede dei progetti che la Regione ha sottoposto per l’ok. E poi, come detto, ecco il patto di stabilità che ha frenato sul nascere una “fase due” del Mito, quella estiva, che doveva essere scandita da concerti e grandi manifestazioni. Intanto, ecco la mostra di Messina. Un’altra si svolgerà a Taormina. E forse, qualcun’altra che verrà finanziata dopo il fallimento di una mostra per la quale la Regione aveva stanziato qualcosa come 1,4 milioni di euro. Una esposizione di opere di Antonello da Messina. E qualcuno ironizzerà, che Messina, in un modo o nell’altro, c’entra sempre. Come ha fatto Corona, e come ha fatto Campagna più recentemente. Dubbi. Eppure, qualche risposta alle domande dei deputati emerge da una chiacchierata con una delle “figure-chiave” della gestione dei fondi del Circuito. Si tratta del direttore artistico della kermesse, che dall’autunno del 2011 risponde al nome di Salvatore Presti. Per lui un contratto da ottantamila euro. Qualche lamentela sulle difficoltà logistiche del suo compito, e un’auto messa recentemente a sua disposizione dall’assessorato.

È Presti a decidere quali eventi debbano entrare nel “cartellone”. In che modo? Semplice. Come spiega nell’intervista che potete leggere integralmente, Presti sceglie dopo aver valutato “migliaia” di richieste di poter entrare nel giro di quei finanziamenti. Richieste che arrivano quasi “per miracolo”, visto che non esiste avviso, o bando col quale si fissino termini o requisiti per la partecipazione di un’agenzia, di un artista, di una compagnia, al Circuito. Valuta il direttore artistico. Sulla base di criteri di natura “artistica”. Fermo restando che l’evento, “come chiede l’Europa – spiega Presti – deve far fruttare, da ogni euro speso, almeno 76 centesimi”. Insomma, perché il finanziamento abbia “un senso” deve avere delle ricadute turistiche. Deve, insomma, incrementare le presenza alberghiere, far lievitare le fatture dei ristoratori, far crescere le vendite di souvenirs. Anche a Mojo Alcantara, 780 abitanti. Provincia di Messina. Lì, il 6 ottobre scorso, il sindaco “considerato che, – scrive in una meravigliata ordinanza di quattro giorni prima – la fama dell’artista in questione, comporterà una notevole affluenza di persone”, ha “blindato” il paesino. Dove ancora raccontano del “mitico” concerto di Roberto Vecchioni.

In una prima versione dell’articolo abbiamo erroneamente riportato la notizia della candidatura a Messina dell’assessore Daniele Tranchida. Abbiamo corretto quel passaggio in seguito anche alla segnalazione di alcuni lettori, che ringraziamo. Ci scusiamo con tutti gli altri per la svista.


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