Chi è più antimafioso di me? - Live Sicilia

Chi è più antimafioso di me?

Placido, Lombardo e Nania
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Il vezzo, di recente, l’ha  riproposto e sdoganato Michele Placido al cospetto di un Raffaele Lombardo che, in quel frangente, non ebbe tutti i torti nel ribattere in malo modo all’attore, pur non essendo (come ha ricordato Il Dottor Sottile e sarà bene tenerlo a mente) un cavaliere senza macchia e senza paura come Leoluca Orlando, se non altro per censo e studi universitari. Riguardatevi una celebre puntata di Tetris. All’apice orgasmico di un duello rusticano, Placido urla in faccia a Lombardo: “Lei è mafioso o compartecipe di mafiosi!”. E quello risponde: “E lei è un cretino!”. Siccome le specializzazioni in psichiatria sono utili, Raffaele Lombardo ha successivamente imparato e maturato la lezione retorica placidiana. Rammenta ancora Giuseppe Sottile, riferendosi al presidente della Regione: “Forse non si rende conto che il linguaggio del dire e del non dire appartiene ormai a una Sicilia vecchia, opaca e indifendibile. Negli anni Ottanta lo aveva risuscitato Leoluca Orlando, sindaco di Palermo: “Chi non è con me, fa il gioco della mafia”, sosteneva quando c’era da “mascariare” un avversario”. E dove non è mafia, c’è malaffare, ci sono soggetti più o meno occulti. E interessi più o meno nominabili. C’è la doppia camera con vista sul sospetto.

Ieri c’è cascato Domenico Nania al culmine di una attualissima e interessantissima polemica sull’Unità d’Italia: “Le argomentazioni di Lombardo ricordano quelle che i separatisti e i loro fiancheggiatori occulti e contigui alla mafia invocavano per nascondere la loro tesi di fondo: meno Stato al Sud”. Ora, l’epicentro della riflessione è sempre il celebre pezzo di Sciascia sui professionisti dell’antimafia, sull’uso politico del “mascariamento” altrui al grido: “Egli è più mafioso di me”, etc etc etc… Per favore. Quelli, almeno, erano tempi eroici delle idee e dell’antimafia. In questi giorni assistiamo a qualcosa che affonda in quell’epica più o meno onesta e contorta, offrendo al pubblico un sapore di stantio e di già gustato. Siamo fuori tempo massimo. Insomma, se volete tagliuzzarvi a sangue a vicenda escogitate altro. Dite che quello si mette le dita nel naso, mentre quell’altro gioca ancora soldatini, mentre un terzo fa le pernacchie in pubblico. Ma lasciate perdere il vecchio registro mafia-antimafia. Oggi, Sciascia non vi degnerebbe nemmeno di un gerundio.


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