PALERMO- Il decreto di ingiunzione è del 20 settembre. Ed è giunto in Assemblea l’altro ieri. Con questo atto, avanzato dagli avvocati Silvana Patanella, Vito Patanella e Giuseppe Giunta, 77 dipendenti dell’Ars (32 coadiutori, 40 assistenti, due segretari e tre tecnici amministrativi) hanno paralizzato l’Assemblea regionale. Che non ha soldi in cassa dopo il maxi-pignoramento piovuto sugli uffici del Palazzo dei Normanni. Anche perché quasi tutti i dipendenti che hanno avanzato ricorso hanno anche richiesto indietro una cifra che oscilla tra 220 e 313 mila euro.
Il pignoramento ammonta, per l’esattezza, a 24.258.307,28 euro, firmato dal dirigente dell’Ufficio notificazioni esecuzioni e protesti del Tribunale di Palermo Tiziana Manetta, e indirizzato a Banca Nuova, in qualità di tesoriere e istituto di credito fiduciario dell’Ars. Una decisione, quella dell’ufficiale giudiziario, che segue l’esito della sentenza del Tribunale del lavoro di Palermo, che il 16 marzo aveva riconosciuto ai 77 dipendenti “il diritto al calcolo dell’anzianità maturata nella precedente posizione di qualifica ai fini dell’attribuzione degli aumenti periodici di stipendio, con consequenziale condanna dell’Assemblea regionale siciliana al pagamento – in favore dei ricorrenti – degli aumenti periodici maturati (nel periodo successivo al 28.07.2005), oltre interessi legali dalla maturazione di ogni singola rata”.
Insomma, la mega-cifra che porterà al ritardo nell’erogazione, ad esempio, degli stipendi dei dipendenti dell’Ars, ma che potrebbe creare problemi anche per il rispetto dei pagamenti delle forniture, è il frutto di questo calcolo. Ma quanto ha chiesto ogni singolo dipendente dell’Ars? Per farla breve, i tre tecnici amministrativi hanno chiesto arretrati per 60 mila euro. Sono gli unici a tenersi sotto la soglia dei duecentomila euro. Perché se i 40 assistenti hanno richiesto 220 mila euro a testa, la cifra sale fino a 279 mila euro per i coadiutori e addirittura a 313 mila euro per i segretari parlamentari.
Si tratta di dipendenti, per intenderci, il cui stipendio varia tra i 1.500 euro netti di un assistente appena assunto ai 2.100 di un segretario appena assunti, per arrivare a cifre tra i 3.700 euro e 5.700 euro per chi ha raggiunto un’anzianità di servizio di 24 anni.
Ma sulle cifre sarà battaglia. La questione sarà discussa in un’udienza già fissata per il 16 ottobre. In queste ore, gli uffici dell’assemblea stanno verificando la correttezza delle pretese dei ricorrenti. E sarebbero già arrivati a una conclusione: gli arretrati da restituire amminterebbero al 15% circa della cifra complessiva del pignoramento. Insomma, l’Assemblea è convinta di dover restituire non più di 4 milioni di euro. Venti milioni in meno di quanto sancito dal tribunale e pignorato dall’ufficiale giudiziario. E domani, 27 settembre, giorno di pagamenti, l’Ars si troverà con le casse vuote. E l’impossibilità di erogare gli stipendi dei dipendenti.